L'allarme

Spaccio, a Bolzano potenziate le squadre davanti alle scuole

Il sindaco Caramaschi preoccupato dalla segnalazione di alcuni residenti di via Palermo: «Vogliamo contribuire alla prevenzione. Ma i ragazzi vanno seguiti dalle famiglie» 



BOLZANO. Droga e scuole. Un binomio che allarma sempre e che, nei giorni scorsi, si è prepotentemente riproposto nella lettera inviata al questore di Bolzano da alcuni residenti di via Palermo che segnalavano una situazione di degrado e di spaccio proprio nella zona in cui si trovano le scuole elementari San Filippo Neri.

«Ho letto quella lettera con preoccupazione – commenta il sindaco di Bolzano, Renzo Caramaschi – e, proprio per evitare che si creino certe situazioni, nella Polizia municipale sono state potenziate le squadre dedicate a servizi all’esterno delle strutture scolastiche, anche in abiti civili. Intendiamoci, non possiamo e non vogliamo sostituirci alla Polizia di Stato, ma come amministrazione è nostra intenzione dare un contributo concreto alla prevenzione e al contrasto di questo fenomeno».

Una prevenzione che passa proprio attraverso la scuola, educando i cittadini del futuro fin da bambini, e anche attraverso i servizi sociali, seguendo e sostenendo le famiglie in difficoltà. Ma non sempre è possibile. «Credo che certe situazioni – prosegue il primo cittadino – siano strettamente legate al disagio che si vive in molte famiglie. Spesso gli adolescenti non vengono seguiti con l’attenzione che meriterebbero e, purtroppo, non di rado, i ragazzi si trovano in situazioni di degrado, frequentando un certo tipo di persone e un certo tipo di ambienti». 

Ed è proprio con l’educazione che si potrebbero risolvere anche un altro dei problemi - sicuramente meno gravi rispetto allo spaccio attorno alle scuole, ma comunque fastidiosi - con cui anche Bolzano e molti suoi cittadini si misurano quotidianamente da anni: gli schiamazzi notturni in centro storico. Problema che è riesploso in maniera importante subito dopo la pandemia e che, nella caldissima estate 2022, si ripresenta ogni sera. Numerose le telefonate arrivate alla nostra redazione da parte di residenti del centro storico, furiosi per il baccano che sale dalla strada e toglie loro il sonno. Le urla e le risate, infatti, proseguono ben oltre l’orario di chiusura dei locali più frequentati. E non mancano le tensioni.

«C’è chi si ferma in strada a chiacchierare – spiega un residente – e posso assicurare che, in piena notte, con le finestre aperte per il caldo, anche il parlare di un gruppo di persone può dare fastidio. Ma di solito, chi si limita a chiacchierare, raccoglie subito l’invito a spostarsi in altre zone. La gentilezza, invece, nulla può con chi, magari ubriaco, sembra determinato a svegliare la città. In quel caso, partono insulti di ogni tipo nei confronti di chi si affaccia per chiedere comportamenti più civili». Uno dei bolzanini che s’è rivolto all’Alto Adige ha lanciato una proposta all’amministrazione: installare cartelli nelle zone più “calde” del centro cittadino, in cui vengano riportati in maniera chiara gli orari in cui è vietato fare baccano e le sanzioni previste per i trasgressori.

Proposta subito bocciata dal sindaco Caramaschi: «Il centro storico è già pieno di cartelli – commenta – ci mancherebbe che ne aggiungessimo altri. Qui non si tratta di divieti da imporre, ma di civiltà. Si parla di convivenza civile che trova le sue basi nella responsabilità del singolo. È giusto stare insieme, socializzare, condividere momenti con altre persone, ma deve essere sempre ben chiaro che ci dei limiti da rispettare per garantire una convivenza civile. È su quello che dobbiamo puntare, non su nuovi cartelli e nuovi divieti».













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