L'INDAGINE

Stili di vita durante il lockdown: lei pulisce, lui sistema la cantina 

Astat intervista 2.140 altoatesini. Durante la pandemia abbiamo mangiato meglio, bevuto meno alcol e acquistato più online. Uno smart worker su 4 ha avuto problemi tecnologici. Tra gli stati d’animo prevale preoccupazione e noia


Valeria Frangipane


Bolzano. Siamo tornate con lo straccio in mano. Il lockdown (9 marzo - 3 maggio) per le donne è stato un ritorno all’antico.

L’isolamento forzato ha infatti rafforzato gli stereotipi di genere: le donne puliscono, cucinano (purre il pane fatto in casa) e chiacchierano al telefono. Gli uomini fanno lavoretti, attività fisica e riassettano la cantina. Poi, insieme, guardano la tv sul divano. La sintesi ci dice anche che rinchiusi in casa abbiamo mangiato meglio, ci siamo tenuti in forma facendo ginnastica, abbiamo bevuto meno alcol, acquistato molto online mentre uno smart worker su 4 ha avuto problemi di collegamento. La famiglia ha retto, soprattutto quella che abita case grandi. E i giovanissimi? Isolati dai coetanei si sono annoiati.

Questi e altri i dati della ricerca - la prima in Italia - su 2.140 cittadini (14-80 anni) di Astat (Timon Gärtner, Nicoletta Colletti) e Forum Prevenzione (Raffaela Vanzetta e Peter Koler) su stili di vita e quotidianità al tempo del lockdown.

Lei in cucina lui davanti alla tv

ed i giovani (14-24) sui social.

Raffaela Vanzetta sottolinea come «la graduatoria delle attività più svolte presenti differenze di genere ed una suddivisione dei ruoli ben marcata».

Insomma abbiamo lucidato i vetri. Le donne? Hanno fatto le pulizie (52%), cucinato (46%), guardato la tv (35%) e parlato al telefono o via internet (32%). I maschi si sono dati ai lavoretti (46%) e hanno guardato la tv (45%); le percentuali relative alle altre attività sono inferiori al 30%. I 14-24enni hanno trascorso la maggior parte del tempo libero sui social (51%), al telefono (42%), davanti alla tv (41%), facendo attività fisica (38%) e ascoltando musica (35%). Le 4 attività più svolte dai 24-44enni e dai 45-64enni sono le stesse, anche se in ordine diverso: cucinare, fare le pulizie, guardare la tv e fare lavoretti. I 65-80enni hanno guardato la tv, letto i giornali, fatto lavoretti e pulito casa.

La graduatoria dei sentimenti

I giovanissimi annoiati

I sentimenti che ci hanno accompagnato sono stati preoccupazione, speranza, insicurezza e gioia (per le piccole cose). Tra i giovanissimi è prevalsa la noia.

In famiglia è andata bene

Meglio nelle case più grandi.

Il 93% degli altoatesini che vive in famiglia dice che durante il lockdown c’è stata abbastanza o molta collaborazione tra chi ha vissuto sotto lo stesso tetto. I dati suggeriscono una percezione maggiormente positiva dell’atmosfera famigliare tra gli anziani rispetto ai giovani e tra i nuclei senza figli rispetto a quelli con figli conviventi. Meglio di tutti è andata a chi vive in case grandi ed ha avuto più spazio vitale.

Abbiamo mangiato più frutta

e fatto il pane in casa.

E in cucina com’è andata? Abbiamo mangiato più frutta e verdura, più dolci, più cibi freschi (carne, pesce, uova, latticini, ecc.) e più farinacei (pane, pasta, ecc.) rispetto a prima. È invece calato il consumo di insaccati, prodotti precotti o surgelati, di scatolame e snack salati.

Il 43% delle famiglie ha fatto il pane in casa (ricordiamo che sugli scaffali dei supermercati era introvabile il lievito) ed il 31% ha fatto scorte di provviste.

Poche (6%) sono quelle che hanno avuto spesso insufficiente cibo in casa e per fortuna pochissime quelle che hanno buttato molto cibo.

Più acqua e più caffè

e meno bevande alcoliche.

Le persone, chiuse in casa, in media hanno bevuto più acqua e più caffè o tè rispetto a prima. È invece calato il consumo di bibite gassate, bevande alcoliche e succhi di frutta. Il consumo di alcol è stato inferiore rispetto a prima dell’emergenza sanitaria. La riduzione del consumo di alcol nei mesi di marzo e aprile ha riguardato tutte le classi di età, ma soprattutto quella dei 14-24enni che, per forze di cose, non ha potuto uscire, andare al bar ed incontrarsi con gli amici. Tra costoro il 42% ha bevuto meno bevande alcoliche del solito ed è calata dal 53% al 19% la percentuale di chi consuma alcolici almeno settimanalmente. Solo il 13% del totale degli intervistati tra 14 ed 80 anni ha bevuto di più, soprattutto birra e quindi vino.

Poche (9%) hanno bevuto più superalcolici.

Il motivo del maggior consumo di alcol più frequentemente addotto è il piacere del bere, seguito dalla noia del tempo che non passava mai chiusi dentro le mura di casa.

Acquisti online dal 31% al 46%

i più attivi i 25-44 enni.

Il 46% degli intervistati di età compresa tra i 14 e gli 80 anni ha fatto acquisti su internet durante i due mesi di stop. Percentuale superiore alla stima ottenuta da rilevazioni precedenti era del 31%. Più interessati i maschi delle femmine. I più attivi nei mesi di marzo e aprile 2020 sono stati i 25-44enni (63%) e i 14-24enni (62%), seguiti dai 45-64enni (41%). La più bassa percentuale di e-shopper si rileva tra i 65-80enni (14%).

Connessione spesso inadeguata

per smart worker e studenti.

Il 13% degli smart worker ha fatto i conti con una connessione internet inadeguata ed altrettanti hanno maneggiato dispositivi inadeguati. Il 4% ha avuto difficoltà a causa di insufficienti competenze digitali. Un lavoratore su quattro, ha riscontrato almeno uno dei tre problemi. L’80% degli studenti ha avuto una connessione adeguata o molto adeguata per poter partecipare alla didattica online. Il 20% - troppo - ha patito problemi di collegamento.













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