Strage di Lutago, velocità killer 

Tribunale. Secondo il consulente di otto parti civili, l’auto di Stefan Lechner investì la comitiva a 110 chilometri orari. Si cercano nuovi dati tecnici dalle centraline elettroniche dell’auto investitrice. Emergono ipotesi di concorso di colpa nella condotta del conducente dello shuttle



Bolzano. «i valori utilizzati dal perito d’ufficio luigi cipriani di verona per indicare la velocità dell’auto investitrice sono sottostimati . verosimilmente l’automobilista al momento della tragedia stava viaggiando ad una velocità tra i 100 ed i 110 chilometri orari». lo ha dichiarato ieri alla ripresa dell’incidente probatorio davanti al giudice emilio schönsberg l’ingegner nicola dinon, specializzato in infortunistica stradale, consulente di ben 8 parti civili nel procedimento penale per la sciagura stradale di lutago che la notte del 5 gennaio di due anni fa provocò la morte di sette turisti germanici e otto feriti gravi.

In occasione della precedente udienza il dottor cipriani era giunto a conclusioni più favorevoli alla difesa di stefan lechner il giovane automobilista che era alla guida di una potente audi tt.

In quella occasione il dottor cipriani sostenne che la notte della tragedia l’indagato avrebbe percorso la lunga retta che porta al punto dell’investimento a 90 chilometri orari (80 secondo il consulente della difesa). questo dato farebbe cadere una delle aggravanti finora contestate, quella che punisce «il conducente di un veicolo che procede ad una velocità doppia o superiore di quella consentita». sul rettilineo la velocità massima consentita è di 50 chilometri orari e, quindi, l’esito della perizia farebbe cadere l’aggravante della velocità.

Una valutazione tecnica che i consulenti delle parti civili avevano subito contestato e ieri, alla ripresa dell’incidente probatorio, l’ingegner dinon ha spiegato al giudice per quale motivo ritenga che la velocità dell’auto fosse più elevata. il 15 febbraio prossimo le due tesi verranno messe a confronto sempre davanti al giudice. nel frattempo si tenterà di ottenere nuovi dati sulla dinamica dell’incidente dalle centraline elettroniche di cui l’autovettura dell’indagato potrebbe essere dotata. si tratta di centraline che grazie ad alcuni algoritmi che in fase di emergenza iniziano a trascrivere e memorizzare alcuni dati.

Un esempio: la centralina che governa l’apertura dell’airbag in presenza di urti plurimi in concomitanza di una frenata inizia a trascrivere una serie di dati tecnici importanti e cioè l’inizio della frenata, la velocità ed il momento dello scoppio dell’airbag. questo meccanismo elettronico è però installato sulle auto più recenti. la vettura guidata da stefan lechner la notte della tragedia non è di recentissima produzione. si tratta infatti di una audi tt costruita nel 2011 ed immatricolata in italia nel 2016. dunque non è ancora certo che dalle analisi delle centraline si possano ricavare dati tecnici importanti per ricostruire la dinamica del gravissimo incidente.

Nell’udienza di ieri i consulenti delle parti offese hanno insistito molto sull’opportunità di verificare l’esistenza di questi dati dalle centraline dell’auto dell’indagato.

Nei prossimi giorni, dunque, potrebbero emergere nuovi dati in grado di permettere una ricostruzione più fedele della dinamica dell’incidente soprattutto in relazione all’individuazione della velocità al momento dEll’impatto con i pedoni travolti. nell’udienza di ieri, però, è emerso anche un altro dato importante che potrebbe risultare prezioso agli avvocati di difesa. l’ingegner nicola dinon, infatti, ha evidenziato una probabile incidenza causale della condotta del conducente del pulmino che trasportò la comitiva germanica a lutago dopo la serata trascorsa nel locale “exenkessel” di cadipietra. già il perito d’ufficio nella scorsa udienza aveva accertato che i pedoni investiti non si sarebbero trovati sulle strisce pedonali, ma ad alcune decine di metri di distanza da esse, sul lato opposto rispetto a quello dal quale proveniva l'auto di lechner: il fascio di luce proiettato da un lampione esclusivamente sull'attraversamento pedonale avrebbe creato paradossalmente una sorta di ostacolo visivo per l'automobilista.

Anche secondo l’ingegner dinon il conducente del pulmino avrebbe fatto scendere i giovani della comitiva tedesca fermandosi in una posizione pericolosa che non avrebbe consentito l’avvistamento in tutto o in parte dei pedoni sulla carreggiata in fase di attraversamento. Ma.be.













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