Superiori, maturità in soli quattro anni

Diploma doppio: dal 2018/2019 varrà sia in Italia che in Germania. Martedì la giunta provinciale approverà la delibera


di Davide Pasquali


BOLZANO. Le scuole dell’infanzia sempre più vuote, le superiori sempre più affollate. Ergo, adesso urge una riforma. A parità di personale totale impiegato, meno maestre d’asilo e più insegnanti nei licei. È la base di partenza della riforma elaborata dall’intendenza scolastica italiana, che martedì verrà approvata dalla giunta provinciale. I cardini? Ulteriore accelerazione del trilinguismo fondato sull’apprendimento veicolare di seconda e terza lingua, maggiore attenzione al contrasto della dispersione scolastica, molto più impegno nell’alternanza scuola-lavoro, massima attenzione all’ottenimento e all’accumulazione di certificazioni (non solo linguistiche) da spendere sul mercato internazionale del lavoro, dove i curricula degli agguerriti concorrenti sono sempre più consistenti. Soprattutto, si introdurrà la maturità sperimentale in soli quattro anni (su base volontaria, solo per le scuole e le famiglie che lo vorranno). E per gli interessati arriverà pure il diploma di maturità doppio, ossia valido sia in Germania che in Italia, in modo tale che per accedere alle università germaniche, nelle quali oggi come stranieri si entra solo previa certificazione linguistica e impegnativo esame di ammissione, non servirà null’altro che il diploma di maturità conseguito in Alto Adige.

Si chiama “Percorsi innovativi per le istituzioni scolastiche di secondo grado in lingua italiana”. È la delibera che verrà approvata martedì in giunta provinciale, per la sola scuola italiana, perché la tedesca ha preferito astenersi, soprattutto riguardo alla maturità in quattro anni. In Germania la si è sperimentata estendendola a tutti, e, almeno a detta dell’assessore tedesco Achammer, pare non abbia funzionato bene. Da noi, però, spiega l’assessore italiano Tommasini, sarà sperimentale, volontaria e limitata solamente a chi la vorrà affrontare. Naturalmente, con la necessaria concentrazione di impegni risorse e tempo, ma con un anno in più di libertà, magari da utilizzare per andarsene all’estero a imparare una ulteriore lingua straniera.

Nell’ultimo anno le iscrizioni alle scuole dell’infanzia sono in stallo, ma negli ultimi anni, per vari motivi, sono scese e anche di parecchio. In forte espansione, invece, l’iscrizione alle superiori, come in anni recenti si era registrata prima alle primarie e poi alle secondarie di primo grado. Per il prossimo anno, alle superiori si stimano sei classi in più rispetto all’anno in corso. E si cresce a questi ritmi da dieci anni. L’intenzione dell’assessore provinciale Tommasini: si vuole garantire il mantenimento delle risorse pubbliche all’attuale cifra di 2.570 unità. «Manterremo intatto il contingente complessivo», garantisce. Ma, con l’accordo dei sindacati, si ridistribuirà il personale «dove ce n’è più bisogno». Negli asili, solo per fare un esempio, si sta pensando di servirsi di una maestra sola anziché di due, per lo meno nella prima e nell’ultima ora della giornata, ossia quelle meno impegnative perché non tutti i bimbi sono presenti, magari attuando sinergie fra due o più sezioni del medesimo asilo. Un modo per liberare risorse e dirottarle, col tempo, in licei e istituti vari. E anche, anticipa Tommasini, «per assumere una quota dei precari».

Le novità della riforma sono numerose e verranno presentate in dettaglio prossimamente, ma l’assessore e l’intendente scolastica Nicoletta Minnei ne anticipano le più succose. Innanzitutto, anche in Alto Adige, come accaduto in alcune scuole del resto d’Italia (si contano sulle dita di una mano le pubbliche, altrettanto per quanto riguarda le private), verrà introdotta a livello sperimentale la maturità in quattro anziché in cinque anni. Sarà un esperimento, non riguarderà né tutti gli istituti né tutte le sezioni. Potranno adottarla le scuole che lo vorranno e parteciperanno gli alunni interessati. Intendente, funzionari e assessore hanno visitato alcune realtà italiane che l’hanno adottata dall’autunno. «A Villafranca (Vr), dove ci sono figli di immigrati e operai, funziona molto bene. Non è una scuola d’élite».

Ci sono solo alunni più veloci ad apprendere, altri meno...

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