« Tappata in casa leggo tantissimo e sogno la scuola»
La giornata di una studentessa. «Per fortuna che ci sono le tecnologie e i social per tenere i rapporti con il resto del mondo Mi mancano però i contatti reali: oggi più che mai capisco il loro valore»
Bolzano. «Andare a scuola mi è sempre piaciuto, ma sinceramente non avrei mai pensato che mi sarebbe mancata così tanto. Ho nostalgia di compagne e compagni, dei professori; mi manca addirittura la scuola, intesa come edificio. Spero solo che quest’incubo finisca presto». Aiyana Amplatz, 17 anni di Ora, iscritta al quarto anno del liceo linguistico Carducci, fa parte di quell’esercito di 22 mila studentesse e studenti altoatesini (dalla scuola materna alle superiori) che - in tempi di Coronavirus - sono costretti a fare i conti con una serie di divieti e devono riorganizzare le proprie giornate.
Da quando la scuola è chiusa, la sveglia a che ora suona?
Prima - mi sembra che sia già passato tanto tempo - alle 5.45: il tempo di lavarsi, fare colazione e andare al treno per venire a Bolzano. Adesso mi sveglio alle 7.40. Purtroppo non serve più prendere il treno.
Basta accendere il computer.
Appunto. Le lezioni online in genere iniziano intorno alle 7.55. Devo dire che i professori stanno facendo un gran lavoro. Anche quelli meno tecnologici si sono attrezzati per seguirci a distanza. Sa cos’è l’aspetto più bello di quest’orrenda vicenda?
Quale?
Grazie alle video-lezioni con i professori, vediamo tutti il lato più umano di ciascuno di noi. C’è chi fa le conferenze in pigiama, chi in tuta, chi con il proprio cane, chi presenta i fratelli al resto della classe. Insomma, in questo periodo siamo tutti più uniti che mai anche se lontani.
Ma le giornate come si riempiono?
Oltre alle video-lezioni ci sono i compiti che si fanno sul cartaceo per evitare di massacrarsi gli occhi stando tutto il giorno al computer. E poi sto leggendo tantissimo. A questo si aggiungono le lezioni di canto.
Anche quelle online?
Io frequento - o meglio frequentavo prima dell’epidemia - le lezioni di canto all’Istituto di musica Vivaldi. Il mio insegnante mi aveva dato delle canzoni da studiare. Ed è quello che faccio.
Voi ragazzi state rispettando l’appello a stare a casa?
Direi di sì. All’inizio di quest’emergenza facevo qualche piccola passeggiata in campagna con mia mamma. Adesso i momenti d’aria sono limitati a due passi nel giardino di casa. E per fortuna abbiamo quello.
Relazioni sociali solo via social, ma questa per voi non è una novità e neppure una limitazione.
Non è proprio così. È vero che noi li usiamo normalmente e che oggi sono più che mai importanti per stare in contatto con il resto del mondo. Tanto che finita questa chiacchierata ho già un elenco di videochiamate da fare, ma quello che sta succedendo mi fa apprezzare i rapporti veri; mi manca l’aspetto fisico del contatto.
Per la spesa come siete organizzati in famiglia?
Una volta alla settimana.
E la convivenza in casa com’è?
Con mia mamma e mia sorella di sei anni i rapporti sono buoni. Certo è che quando stai assieme 24 ore su 24, tutto diventa più complicato. E allora quando voglio stare un po’ da sola, mi chiudo nella mia stanza.
Preoccupazioni in questo momento?
Per i miei nonni che abitano a Laives.
La prima cosa che ti piacerebbe fare quando si potrà tornare a muoversi liberamente?
Una cosa molto banale: un giro per Ora assieme ai miei amici con una puntatina al supermercato. Senza mascherina e senza guanti. A.M.