Teleriscaldamento, si allacciano in pochi

Sull’asse di via Resia e a Firmian solo un condominio ogni dieci ha chiesto il collegamento alla rete principale


di Davide Pasquali


BOLZANO. Il progetto di Ecotherm (Sel) per diffondere in città il teleriscaldamento va avanti: partiti da qualche settimana i lavori per il potenziamento della stazione di pompaggio sul Lungoisarco destro, già avviata la costruzione della enorme torre di accumulo dell’acqua calda per gestire la rete Sel nei momenti di picco (in migliaia tutti a farsi la doccia alle 7 del mattino), si sta per avviare lo scavo sull’asse viale Druso-via Parma per posare le tubazioni. Epperò, il teleriscaldamento per il momento pare non convincere i bolzanini: lungo l’asse di via Resia e in particolare a Firmian, dove nei mesi scorsi si è terminata la posa delle tubazioni della dorsale principale, solo un decimo delle utenze potenzialmente raggiungibili hanno chiesto di essere allacciate alle rete del calore prodotto dal nuovo termovalorizzatore di Bolzano Sud. Tanto l’interesse mostrato nel corso delle assemblee pubbliche di presentazione del progetto, ma poi, quando si tratta di scucire del denaro per pagare l’allacciamento alla rete Sel, tanti condomìni si ritirano. Nella nuova zona da Casanova a Firmian, Ecotherm oggi sarebbe in grado di distribuire 10 megawatt di potenza, ossia un terzo dell’energia attualmente prodotta dall’inceneritore. Ma, ora, distribuisce soltanto 1 megawatt.

Il fatto ha stupito molto pure gli stessi tecnici della Sel e in particolare l’amministratore unico di Ecotherm, l’ingegner Sergio Marchiori. «Le nostre tariffe sono in assoluto le più basse a livello nazionale ma, nonostante questo, finora soltanto un decimo scarso dei privati che potrebbero farlo hanno deciso di allacciarsi alla nostra rete».

La razionalità dice questo: col teleriscaldamento si aiuta l’ambiente riducendo le emissioni nocive in atmosfera, e poi si spende meno nella gestione ordinaria degli impianti, si hanno molte meno grane rispetto ai sistemi con le caldaie condominiali a gasolio o a gas, in pratica non c’è manutenzione da fare, niente controlli dei fumi, niente spazzacamino e, soprattutto, il calore costa decisamente meno. E poi, spiega Marchiori, «in media un condominio di dimensioni medie, con un consumo fra i 200 e i 300 kilowatt, per sostituire una caldaia a gasolio vecchia con una nuova spende attorno ai 50 mila euro. L’allacciamento al nostro teleriscaldamento costa meno della metà, ossia 20 mila euro». Nonostante ciò, nisba: «C’è curiosità, e molta anche, ma al momento di passare ai fatti in tanti si tirano indietro».

Per fortuna, di recente è venuto incontro il Comune, che ha stipulato un contratto triennale con Ecotherm che proseguirà a riscaldare gli edifici pubblici già collegati al teleriscaldamento e allaccerà alla rete Sel tutti gli immobili che via via verranno raggiunti dalle varie dorsali principali. Idem farà la Provincia, con gli edifici di sua proprietà.

Ecotherm ora si sta interrogando, per trovare una soluzione. Il progetto, di certo, non è di semplice lettura. Non vale oggi, e non varrà nemmeno domani, per tutta la città. Sarebbe più facile dire: arriveremo dappertutto nello stesso momento. Chi lo desidera si allaccia, chi non vuole no. Ma la realizzazione della rete è lunga e complessa. Si concluderà soltanto nel 2022. E la gente stenta a capire. E poi, probabilmente, c’è di mezzo la crisi. Magari piacerebbe a tanti, sapere di poter risparmiare negli anni, allacciandosi ora al teleriscaldamento. Ma occorre investire subito, e non tutti se lo possono permettere o se la sentono.

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