Bolzano

Termosifoni guasti: una donna disabile protesta per il gelo

In via Resia l’inquilina di un alloggio di proprietà dell’esercito segnala svariati problemi



BOLZANO. In casa di Marina Menegon fa freddo. Lei, affetta una grave disabilità che la costringe sulla carrozzina, indossa una giacca imbottita. Non ne può più di questo appartamento di via Resia, proprietà dell’esercito, dov’è venuta a vivere ventun anni fa insieme ai figli e al marito.

«Abbiamo i termosifoni rotti, con le valvole tutte usurate. Come si prova a svitarle restano in mano. Li faremmo riparare volentieri, se la proprietà ce ne desse il permesso. Abbiamo chiesto perfino di incontrare il comandante: niente da fare, non sembrava possibile. Altrimenti farei come una vicina e installerei valvole termostatiche, ma anche per quello ci vuole il benestare dell’esercito».

Secondo il certificato rilasciato da una specialista, Menegon «necessita di soggiornare in ambiente ben riscaldato di almeno 23° centigradi esposto al sole per la maggior parte della giornata, possibilmente lontano da giardini» e «idonea per disabili».

L’anno scorso la famiglia ha dovuto far cambiare la caldaia per un guasto, «ma l’hanno installata talmente in alto che non vedo nemmeno il display. E poi il contatore dell’acqua: con la lettura di luglio ci è stato detto che non ce ne sarebbero dovute essere altre, ma ho saputo che il consumo dovrebbe essere comunicato ogni mese».

L’inquilina segnala anche «l’aumento dell’affitto ai militari andati in pensione. Scaduta la prima lettera per richiedere il declassamento, non ce ne sono arrivate altre. Noi eravamo pure in esubero, poi però ci è stato detto che eravamo in debito per 20 euro. Abbiamo provato con l’Ipes, col mercato privato saremmo in difficoltà. Come devo fare?».













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