Topo nel latte: nel mirino l’importatore altoatesino

La partita sequestrata dai Nas è stata prodotta in Germania dalla Bayernland La sede per l’Italia è a Vipiteno. L’ad Bacher: «Convinti della nostra estraneità»


di Massimiliano Bona


VIPITENO. Il cartone di latte a lunga conservazione nel quale una signora di Ponte delle Alpi, nel Bellunese, dice di aver trovato un topo morto non è stato confezionato in Alto Adige, ma in Germania, a Schwäbisch Hall, dove il colosso tedesco Bayernland ha il suo stabilimento produttivo. La conferma è venuta ieri da Dietmar Bacher, amministratore delegato di Bayernland Italia, la cui sede è a Vipiteno, in Alta val d’Isarco. Immediata anche la presa di posizione della Provincia: «Le nostre verifiche - sottolinea l’assessore Hans Berger - hanno permesso di accertare che non si tratta di latte altoatesino e non vogliamo che vengano provocati danni all’intero comparto solo perchè si è giunti a conclusioni affrettate e superficiali». Il latte nostrano non è dunque in alcun modo coinvolto nello spiacevole episodio: il cartone è stato acquistato alla coop di Alleghe e portato a casa da una donna di Ponte delle Alpi, che ha scoperto con orrore i resti del roditore nella confezione. Ieri i carabinieri del Nas di Treviso si sono presentati in terra agordina per mettere sotto sequestro dei campioni della partita. Il latte non è neanche transitato in Alto Adige, come spiega l’ad di Bayernland Italia Bacher.

Il cartone di latte all’interno del quale la signora sostiene di aver trovato un topo dove è stato prodotto?

«Nello stabilimento della Bayernland a Schwäbisch Hall, nel Baden Württenberg».

Chi l’ha trasportato in Italia?

«La Bayernland l’ha portato al centro logistico di Verona, per poi consegnarlo a Trento al gruppo Sait. Ed è stato quest’ultimo a farlo arrivare alla cooperativa di Alleghe».

Lei esclude, pertanto, che si tratti di latte altoatesino?

«Sì, perchè noi siamo semplici importatori. Acquistiamo prodotti confezionati in Germania».

Per la sua esperienza le sembra possibile che un topo possa essere finito in una confezione in tetrapak?

«Gli impianti nei quali viene confezionato il latte sono chiusi ermeticamente ed è escluso che vi possa entrare un corpo estraneo. Il latte, invece, passa attraverso filtri e valvole con una pressione fino a 200 bar: non ci sono pertugi nei quali potersi infilare».

Lei è disposto, dunque, a mettere la mano sul fuoco sulla pulizia dello stabilimento in cui latte è stato prodotto?

«Ovviamente sì. La Bayernland, in Germania, produce 300 milioni di litri di latte l’anno. A Vipiteno, come importatori di latte, siamo sulla piazza da 40 anni e distribuiamo 30 milioni di litri l’anno destinati al solo mercato italiano».

Teme le analisi del Nas?

«No, al contrario. Le attendo con impazienza. Siamo sicuri che nella partita sequestrata non troveranno corpi estranei o parametri fuori dalla norma».

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