Toponimi, la Lega prova a «resistere» 

Trattative allungate, ma all’orizzonte non ci sono cambi di partner. Kompatscher: «Il Carroccio? Spero resti unito»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Centinaia di persone convocate e «sconvocate». Il presidente Arno Kompatscher e l’Obmann Philipp Achammer hanno spiegato ieri alla direzione della Svp perché la trattativa con la Lega si è rallentata, perché giovedì salterà il Parteiausschuss allargato anche a sindaci e referenti locali, che era stato convocato per ratificare il programma, e perché il nuovo traguardo ora è sabato. «Cerchiamo di chiudere sul programma quel giorno, per riunire il parlamentino dopo Natale», spiega Kompatscher. Dietro quel «cerchiamo» c’è una trattativa più lunga del previsto ma non, assicura Kompatscher, una crisi politica. Non ci sarebbero all’orizzonte colpi di scena e nuovi partner, anche se, sempre ieri, Achammer e Kompatscher, hanno rassicurato la direzione del partito: «I nostri contenuti inseriti nel preambolo dei valori resteranno tutti». Ma saranno integrati da proposte della Lega. Fino alla prossima riunione di sabato via vai di mail tra le delegazioni della Svp e della Lega con le bozze del programma. Lo scorso sabato di fronte all’incalzare di precisazioni da parte del deputato Filippo Maturi qualcuno nella Svp si è chiesto se una parte della Lega abbia interesse a fare saltare l’accordo. Così Kompatscher, già alla prese con i problemi interni alla Svp, sulle due «Leghe»: «Spero che non sia così, che non ci sia una divisione forte. Non vorrei iniziare il percorso di una nuova giunta con un partner che non ha una visione chiara. A quel punto avremmo potuto fare da subito una coalizione a tre...». Nello schema finora scontato di assessori in pectore Massimo Bessone e Rita Mattei potrebbe inserirsi la variabile di Giuliano Vettorato, su pressing di Roberto Calderoli.

Kompatscher conferma (come riferito dal Dolomiten) di avere riferito ai vertici leghisti le sue preferenze sulla giunta: «Mi sono permesso di dire come immagino lo schema, ma sarà la Lega a decidere quale dei suoi eletti entrerà in giunta».

La Lega si prepara a sostituire il centrosinistra in giunta dopo 25 anni. Sul programma il Carroccio e la Svp stanno conservando la riservatezza. Su welfare e stranieri sono annunciate novità. Intanto i due partner promessi misurano le parole. Ne abbiamo parlato con Massimo Bessone.

Lo Statuto prevede la presenza in giunta del gruppo italiano. Come pensate di interpretare il vostro ruolo, che è anche di rappresentanti del gruppo italiano?

«Questo ci è chiaro. Difenderemo i diritti del gruppo italiano, lavorando perché i benefici dell’autonomia coinvolgano tutti».

Prima delle elezioni avete presentato un programma scarno, in cui non c’erano riferimenti a temi come la proporzionale e la convivenza.

«Sì, è vero, non ci siamo concentrati su quei temi».

La Svp non ha digerito lo stop alla norma di attuazione sulla toponomastica, quando era ormai in dirittura di arrivo. Qual è la sua posizione?

«Detesto questo argomento, vorrei che se ne parlasse il meno possibile».

La Svp vi ha chiesto nella trattativa sul programma un impegno sulla norma nella prossima Commissione dei Sei?

«Non è un tema urgente, vorrei evitarlo. Al massimo si potrebbe lavorare su pochissimi nomi di micro toponomastica, purché condivisi. Tra l’altro è coinvolta la Corte costituzionale con una legge impugnata e un pronunciamento già arrivato. Vedremo».

Quale vorreste che fosse l’impronta della Lega nel programma?

«Vorremmo la tutela degli autoctoni in tutti i campi, come l’assegnazione delle case e la ricerca del lavoro, senza razzismo nei confronti degli stranieri che abbiano voglia di integrarsi. Ciò che si potrà fare terrà conto dei vincoli giuridici. Dall’altra parte per fortuna possiamo contare sul sostegno del ministro degli Interni Matteo Salvini».

Sono ormai evidenti le due anime della Lega. Non crede che questa litigiosità vi danneggi nella trattativa con la Svp?

«Sì, è ovvio. In tutti i partiti ci sono problemi interni, ma non ho fatto nulla per provocarli. Sono il commissario e il più votato, se qualcuno cercasse di mettere i bastoni tra le ruote dovrebbe assumersene le responsabilità».

La Svp ha presentato inizialmente l’accordo con voi come una medicina amara. E adesso?

«I gruppi tematici hanno lavorato benissimo. Credo che la Svp si stia ricredendo. Ci hanno fatto i complimenti».

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