Toponomastica: ora parte la campagna sui nomi
Approvata una mozione di Knoll (Stf): «C’è troppa voglia di bilinguismo» Kompatscher e Verdi a favore. Bizzo: libertà non è togliere. Urzì: sono indignato
BOLZANO. Informare, per potere poi cancellare i toponimi italiani «fascisti» e inventati. Il consiglio provinciale ha approvato ieri la mozione della Südtiroler Freiheit, che rilancia in larga scala la campagna contro la toponomastica in italiano. Viene alzato il tiro, perché finiscono nel tritacarne anche i nomi dei grandi Comuni. La mozione cita infatti la «macro e la microtoponomastica». Tra gli esempi portati di toponimi inaccettabili, perché non storicamente fondati, c’è Vipiteno. Bocciate le premesse, la mozione è stata approvata dal consiglio provinciale con 22 sì, 7 no e 1 astensione. L’impegno assunto dal consiglio provinciale è di promuovere una «campagna di informazione sulla toponomastica (micro e macrotoponomastica)». Obiettivo della campagna è «fornire alla popolazione le conoscenze di base sugli aspetti storici, scientifici, linguistici e giuridici della toponomastica». Tra le voci a favore, la Svp con il presidente Kompatscher, e i Verdi, che però hanno criticato, insieme alla destra tedesca, la decisione di Kompatscher di spostare l’impegno dalla giunta (come nella versione originaria) al consiglio provinciale. Perché una campagna informativa? Perché, sostengono Sven Knoll e la Stf, un sondaggio dell’Astat ha svelato come la questione della toponomastica interessi soprattutto il gruppo italiano, che è favorevole al bilinguismo. Sudtirolesi troppo passivi sul tema? Sembra che il problema sia questo. Da qui la richiesta di una campagna informativa sui nomi storici e su quelli «inventati da Tolomei». Kompatscher ha invitato a procedere velocemente, «perché più si aspetta, più i nomi diventano storici». Sempre Kompatscher ha ricordato che la Commissione dei 6 discuterà una norma di attuazione, basata sull’accordo Durnwalder-Delrio, «in base alla quale per i microtoponimi vanno usati i nomi storici, mentre i nomi dei Comuni sono già definiti per legge. Ora il Governo vorrebbe avere una legge provinciale per capire l’applicazione concreta della norma d’attuazione». Tra le voci contro, Roberto Bizzo (Pd): «Libertà è ciò che aggiunge qualcosa: tutto ciò che toglie è privazione di libertà. Mi auguro che i lavori della Convenzione sullo Statuto garantiscano più libertà, guardando verso il futuro e non verso il passato». Duro Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore): «Qui si vuole promuovere un’opera di rieducazione della popolazione italiana».
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