Tra altoatesini e stranieri la convivenza non è facile

L’integrazione in città nelle risposte a un questionario distribuito a 450 persone Bene i rapporti tra gruppi italiano, tedesco e ladino, meno quelli con i migranti


di Tiziana Campagnoli


BRESSANONE. La convivenza a Bressanone tra altoatesini di lingua tedesca, italiana e ladina è considerata ottima dal 76% dei brissinesi e dal 70% degli stranieri che vivono in città, l'integrazione dei cosiddetti “migranti”, pur ritenuta un processo attivo da costruirsi insieme, è ritenuta difficoltosa dal 68% dei brissinesi e dal 57% degli stranieri. Il 70% ritiene che ci siano difficoltà tra locali e migranti, mentre il 38% dei brissinesi ritiene che la presenza di culture e lingue diverse sia motivo di aumento della criminalità e il 30,4% che Bressanone sia diventata una città più insicura per la presenza dei migranti.

Questi alcuni dati di uno studio condotto dall'Eurac, in collaborazione con il Comune di Bressanone, sulla convivenza tra diverse lingue, religioni e culture nel Comune e su “vecchia” e “nuova” diversità. Sono state 450 le persone intervistate attraverso un questionari cartacei o on line, 367 locali e 78 stranieri, e il risultato dello studio intitolato “Rapporto di ricerca su vantaggi, pregiudizi e sfide alla convivenza tra diverse culture, lingue e religioni a Bressanone” è stato presentato da Verena Wisthaler dell'Eurac alla presenza del sindaco Albert Pürgstaller e dell'assessore Elda Letrari.

“La diversità culturale, linguistica e religiosa è considerata, da una parte, come arricchimento per la città – ha detto la Wisthaler - dall’altra parte con diffidenza: il 52,7% dei brissinesi ritiene che i migranti siano un peso per i Servizi sociali e il 38% ritiene che siano alla base dell'aumento della criminalità”.

Lo studio rivela una grande condivisione nell’indicazione degli ambiti in cui vengono percepite difficoltà nella convivenza: alloggio, mancanza di possibilità di comunicazione e diffidenza nei rapporti con l’altro. In termini di alloggi, le prospettive sono diverse: per le persone intervistate nate all’estero appare difficile trovare un alloggio adeguato (oltre l'80%), mentre le persone intervistate nate in Italia lamentano che gli immigrati si concentrano in alcune aree residenziali e una parte considerevole di questo campione esita ad affittare un appartamento a migranti.

Per quanto riguarda la mancanza di comunicazione, la larga maggioranza delle persone intervistate è d’accordo che la mancanza di competenze linguistiche rappresenti un ostacolo all’integrazione e che la diffidenza reciproca tra “autoctoni” e “migranti” renda più difficile la conoscenza e lo scambio tra i gruppi. Per questo motivo, l’organizzazione di corsi di lingua e la creazione di opportunità per conoscersi meglio costituiscono un compito importante per il Comune al fine di favorire l’integrazione.

“Il risultato dello studio ci aiuterà a capire come intervenire per migliorare le cose – hanno detto il sindaco Pürgstaller e l’assessore Letrari – Bressanone è stato il primo Comune ad effettuare un simile studio e quindi potremo essere di esempio per altre realtà”.

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