Uccisa dal compagno, la difesa non fa ricorso

Rabih Badr resta in carcere in attesa delle analisi dei Ris sulle tracce di sangue Gli avvocati hanno capito di non avere possibilità di chiedere la scarcerazione


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Gli avvocati difensori di Rabih Badr, il marocchino in carcere con l'accusa di aver massacrato e ucciso nel suo appartamento di Bressanone, la convivente Marianne Obrist di 39 anni, ieri hanno rinunciato al ricorso davanti al tribunale della libertà per cercare di ottenere la revoca dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere dell’uomo. L’avvocatessa Amanda Cheneri che difende il presunto omicida assieme al collega Martin Fill, ieri ha puntualizzato che la decisione è legata al mancato deposito delle analisi genetiche sulle tracce di sangue rilevate sulla mazza da baseball rinvenuta e sequestrata sul luogo del delitto. In realtà, al di là dei possibili sviluppi dell’indagine sulla base dei risultati di laboratorio dei Ris, la rinuncia al ricorso al tribunale del riesame è dimostrazione che anche gli avvocati difensori di Rabih Badr si sono resi conto che al momento non sembrano esserci molti margini di manovra per ottenere la revoca dei provvedimenti cautelari. Come dire, in termini più tecnici, che i gravi indizi di colpevolezza in grado di giustificare la custodia cautelare in carcere ci sono tutti.

Il marocchino indagato per omicidio volontario, dunque, per il momento resta in carcere. Come noto la mazza da baseball è nel laboratorio dei Ris di Parma, il reparto scientifico dei carabinieri. Gli inquirenti intendono infatti ottenere la conferma che le tracce di sangue appartengano alla vittima. Per ora il marocchino in carcere non ha cambiato strategia e non ha modificato la propria posizione. Ai propri legali ha sempre detto di essere estraneo alle accuse ma davanti al giudice delle indagini preliminari si è avvalso della facoltà di non rispondere in attesa di poter conoscere nel dettaglio gli elementi accusatori in mano agli inquirenti.

L'indagine è affidata al sostituto procuratore Andrea Sacchetti che starebbe valutando, assieme al procuratore Bramante, la contestazione di due aggravanti destinate ad integrare l'attuale accusa di omicidio volontario. Il capo d'imputazione, dunque, è destinato a diventare più pesante. La Procura sembra decisa a contestare l'aggravante della crudeltà (la donna come detto sarebbe stata massacrata a colpi di mazza da baseball) e dell'arma utilizzata. Come noto il decesso di Marianne Obrist sarebbe da mettere in relazione ad un grave choc emorragico con perdita di molto sangue a seguito delle ferite inferte alla vittima.

Gli inquirenti sono al lavoro anche sul fronte del movente. C'è una pista ben precisa che viene seguita dalla Procura. Anche nei giorni scorsi sono stati sentiti diversi testimoni che avrebbero confermato i sospetti degli investigatori. Il movente sarebbe stato individuato nell'ambito personale. Ricordiamo che nell'ordinanza con cui il giudice Emilio Schönsberg ha disposto la custodia cautelare in carcere , è stato evidenziato un quadro indiziario pesante a carico di Rabih Badr. In primo luogo anche a seguito delle varie contraddizioni emerse nel corso delle prime battute delle indagini. Secondo gli inquirenti il comportamento di Rabih Badr è tutt'altro che limpido. Agli atti del procedimento penale ci sono le testimonianze di alcuni vicini di casa della vittima che hanno raccontato agli inquirenti di aver sentito la coppia litigare nel pomeriggio della tragedia.

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