Unioni civili, tanti sì anche per le donne

Da settembre nel capoluogo sono già tredici. Nella metà dei casi sono «matrimoni» al femminile, tutti molto riservati


di Francesca Gonzato


BOLZANO. C’è chi arriva con una folla di amici e parenti, chi sceglie un formato più discreto, ma ci si sposa, eccome. È tempo del primo bilancio sulle unioni civili. Da settembre anche a Bolzano vengono organizzate le cerimonie di unione tra coppie omosessuali. Ed è un piccolo boom. Sono tredici le unioni civili celebrate nel capoluogo da settembre a oggi. Altre due sono prenotate. È terminato anche il periodo di rodaggio. Nei giorni scorsi il Consiglio dei ministri ha approvato i decreti attuativi della legge Cirinnà, che definisce ogni punto, compresa l’armonizzazione con il diritto civile, il diritto penale e lo stato civile. In Alto Adige sono stati Roland Girardi e Fabio Madonna a rompere il ghiaccio dopo l’approvazione della Cirinnà, con una allegra e musicale cerimonia celebrata a Sarentino il 10 settembre.

Ma è Bolzano che alzerà la media. Da settembre il Comune ha registrato 13 unioni civili e altre due sono prenotate a breve. Si tratta in parte di trascrizioni di matrimoni celebrati all’estero e ora ufficializzati grazie alla legge, e in parte di unioni civili vere e proprie, celebrate per la prima volta. E si muovono anche le donne. Si tratta di numeri di tutto rispetto. «Sono sorpreso, lo ammetto», commenta l’assessore Angelo Gennaccaro, «Dopo l’approvazione della legge non si può dire che in Comune fossimo tempestati di richieste. È iniziato invece questo fenomeno tranquillo, che inizia ad essere significativo».

E ci sono anche le donne, naturalmente. I matrimoni che hanno avuto risalto sui media sono stati tra uomini, da Sarentino al sindaco di Santa Cristina in Val Gardena Moritz Demetz con Bruno Ghezzi, ma in queste settimane nel Comune di Bolzano si sono dette «sì» anche diverse coppie di donne. «Le trascrizioni sono in maggioranza di coppie di uomini, mentre le unioni civili celebrate in Comune vedono uomini e donne alla pari, come percentuali», racconta Gennaccaro, «Questi dati fanno capire che c’è un fenomeno che chiedeva di ricevere una risposta». E aggiunge: «C’è una grande voglia di riservatezza, di vivere questo momento con le proprie persone care, senza enfasi». Entusiasta Andreas Unterkircher di Centaurus: «Che bel numero... Era necessario o no questa legge, che abbiamo aspettato per così tanto tempo? E adesso deve diventare tutto “normale”, perché la legge c’è, le coppie la utilizzano e chiediamo ai Comuni di essere collaborativi. In altre regioni ci sono stati problemi sullo scambio degli anelli. Da noi no. Ecco, continuiamo così».

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