Venti telecamere per via Renon 

Il sindaco: «Non voglio che il degrado si sposti alla nuova stazione bus, servono più delle pistole Taser»



BOLZANO. Ha scritto una lettera a Sta, il sindaco Renzo Caramaschi. "Ho chiesto e dunque pretendo - dice il primo cittadino - che si installino venti telecamere di controllo nella nuova stazione dei bus che si sta costruendo in via Renon".

La Sta è il braccio operativo infrastrutturale della Provincia. E' questa società a capitale pubblico che ha in gestione il cantiere tutt'ora aperto a ridosso della stazione ferroviaria. Ed è questa vicinanza all'origine dell'iniziativa di Caramaschi.

"Non voglio - spiega- che alcune situazioni di degrado si spostino dai vecchi ai nuovi luoghi di transito".

E che la novità, le belle strutture, la presenza di un infopoint, di luoghi di ritrovo e di ristoro costituiscano una tentazione troppo forte per i gruppi di sbandati (nostrani) o di immigrati (stranieri) che già oggi spesso bivaccano nei giardini della stazione e si muovono anche al suo interno.

E' significativo poi, il numero di telecamere che il Comune chiede che siano disposte in via Renon. Venti punti di controllo significa che ogni pensilina, stallo, ingresso e collegamento con i binari saranno posti sotto stretta osservazione. E dunque collegati alla centrale operativa dei vigili urbani come a quelle di carabinieri e polizia.

La lettera arriva, probabilmente, in tempo utile. Perché il ritrovamento di una grande quantità di scorie, probabilmente accumulate negli anni dalle attività ferroviarie, ha prodotto un ritardo di più di un mese nell'agenda dei lavori per il manufatto.

Questo ritardo consentirà così di disporre le telecamere, di scegliere la collocazione giusta per incrociare tutti gli angoli di visuale e di poterle anche acquistare in tempo.

Così che a novembre, quando sarà consegnata la stazione e concluso il trasloco di mezzi e uffici dalla vecchia sede di via Perathoner, anche la questione sicurezza sia risolta.

"Con questo intervento - commenta ancora il sindaco Renzo Caramaschi - il Comune di Bolzano ha così una rete di 140 telecamere, disposte in tutti i luoghi sensibili della città e pure in quelli che lo sarebbero solo potenzialmente”.

Uno sforzo che testimonia un impegno per la sicurezza “ma anche un cambio di passo rispetto alle precedenti amministrazioni. Nonostante quello che continuano di dire le opposizioni...".

Si riferisce, il sindaco Caramaschi, alle polemiche seguite al suo diniego di far usare le "pistole elettriche" ai vigili urbani.

Per il sindaco"serve invece la prevenzione, più che l'uso di armi anche se apparentemente innocue. E la prevenzione si fa coi controlli, con le pattuglie presenti e con le telecamere”.

Che significano una cosa: “Se uno delinque ci sono buone possibilità che sia individuato e dunque perseguito. Questo conta, non i pistoleri". (p.ca.)













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