«Vitamin», l’incubatore che aiuta le start-up a crescere

Al secondo piano della ditta Vaia di Pineta dalla primavera 2015 operano sette piccole aziende C’è chi ha puntato sull’abbigliamento ecosostenibile, chi sui calzini particolari o sulle “app”


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «L’ho chiamata “Cora”, come abbreviazione di coraggio, quello che ci vuole per lasciare un lavoro di responsabile del marketing prima alla Dr. Schär e poi alla Salewa: posti a tempo indeterminato in due aziende in crescita». Elisabeth Tocca, 41 anni bolzanina, due figli di 7 e 10 anni, all’inizio del 2014 ha deciso di rischiare, creando la start-up “Cora”, specializzata nella creazione di abbigliamento per bambini e mamme. «La particolarità della nostra produzione - spiega Tocca - sta nell’ecosostenibilità dei materiali usati, dal cotone organico all’eucalipto, al bambù. I principali fornitori di materie prime stanno in Grecia e in Turchia. Le nostre creazioni hanno prezzi accessibili e abbiamo una rete di vendita “alternativa”, formata in particolare da un gruppo di mamme che ha già una sensibilità particolare per certi temi. La vendita si basa sul passaparola e le mamme hanno una percentuale sulle vendite. Inoltre ci appoggiamo al blog Baby green di Raffaella Caso. Oltre che nei negozi tradizionali, la linea “Cora” si può acquistare anche alla Rinascente di Milano». “Cora” è una delle sette start-up che operano all’interno dell’incubatore d’impresa “Vitamin” in zona Vurza a Pineta di Laives che raccontiamo oggi nell’ambito dell’inchiesta che questa settimana dedichiamo al mondo del lavoro.

Al secondo piano della ditta “Vaia” che ospitava lo show room dell’azienda specializzata in pavimenti, dal maggio dello scorso anno il titolare Hannes Vaia, 30 anni, ha deciso assieme a Daniel Kaneider e Robert Larcher, 28 ciascuno, di mettere a disposizione quegli 800 metri quadrati per consentire a giovani entusiasti e pieni di iniziative, di tradurre le idee in qualcosa di concreto.

L’affitto, comprensivo tra l’altro di stampanti e collegamenti internet, va dagli 80 euro al mese per chi ha bisogno semplicemente di un tavolo, a 150 per un “posto residente”, a 250-260 a seconda delle dimensioni per un ufficio.

Finora hanno aderito all’iniziativa sette aziende per un totale di una trentina di persone.Tra queste una forte rappresentanza femminile tra i 25 e i 30 anni.

«C’è spazio per altri - assicura Vaia - e nei prossimi mesi cercheremo di riempirlo con nuove iniziative imprenditoriali».

Il giovane imprenditore, che oggi guida l’azienda di famiglia, sta lavorando lui stesso alla creazione di una nuova piattaforma per gestire l’attività dei rivenditori.

Kaneider e Larcher invece - entrambi hanno in tasca una laurea in Economia come l’amico e socio Hannes Vaia - hanno inventato il marchio “Wams” - acronimo di Where are my socks? , ovvero dove sono i miei calzini? - che produce calzini appunto.

E se uno si chiede quale sarebbe la novità di un prodotto non proprio vecchio come il mondo ma quasi, la risposta la dà Larcher: «La novità sta nei dettagli: solo cotone filato italiano, disegni di tendenza e poi colore, colore e ancora colore. La produzione è a Verona e Brescia; per quanto riguarda i mercati si spazia tra Italia, Svizzera, Austria, Germania e Grecia. I nostri calzini si possono acquistare nei negozi di livello medio-alto».

Nei locali della Vitamin si è trasferita anche la Re-bello di Daniel Tocca, fratello di Elisabeth. Oggi ha 30 anni, ma la sua avventura è iniziata già qualche anno fa, dopo la laurea in Economia a Rotterdam, nel garage di proprietà della madre, a Bolzano.

La Re-bello produce abbigliamento ecosostenibile: «I nostri capi sono la dimostrazione che si può produrre moda rispettando l’ambiente».

Ma al di là dei sogni come va il giro d’affari?

«Siamo partiti da zero, oggi abbiamo un fatturato di un milione e mezzo e abbiamo sette collaboratori».

Mai rimpianto il posto fisso e sicuro? «No - assicura Tocca -: è vero che quando ti lanci in questo tipo di avventure hai molte più responsabilità e rischi in proprio, ma hai la possibilità di realizzare i tuoi sogni. Non è una cosa da poco».

Tra le star-up, che hanno trovato posto in zona Vurza, anche la Larixpress di Elena Righi e Stefan Krickl. «Siamo passati dall’editoria classica al digitale, dove tutto corre in modo più veloce. Facciamo applicazioni per tablet e smartphone, proponendo dalle storie per bambini, ai libri interattivi sempre per i piccoli in versione trilingue, fino alle app per i musei: abbiamo creato un’audioguida per il Museo Mercantile di via Argentieri».













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