Zarenbrunn, per vendere è necessario il collaudo

Negli ultimi 40 anni non è stato fatto: adesso lo chiede Kompatscher In caso di esito negativo, il Comune dovrà mettere in conto interventi specifici


di Giuseppe Rossi


MERANO. La vendita del complesso Zarenbrunn alla Provincia e il relativo incasso di 6,8 milioni di euro necessari per finanziare almeno una parte del nuovo complesso di alloggi protetti per anziani all'ex area del gas devono forzatamente passare per una verifica dell'idoneità statica.

Villa Borodina, villa Petersburg e la chiesa di San Nicola Taumaturgo, prima di entrare in possesso dell’amministrazione provinciale vanno controllate. A chiederlo è espressamente il presidente Arno Kompatscher, di pari passo con l'impegno confermato al sindaco Günther Januth di voler procedere con l'acquisto del complesso di via Schaffer.

Per gli edifici costruiti nel 1898 non esistono, questo è stato appurato nei giorni scorsi, le perizie di collaudo statico, così come sono state stabilite e definite da una apposita legge del 1971.

Un segno evidente che negli ultimi 40 anni, nonostante gli edifici fossero occupati dagli anziani ospiti della casa di riposo, nessuno ha pensato bene di fare una verifica. L'incarico di collaudare gli edifici che compongono lo Zerenbrunn è stato affidato nei giorni scorsi, dopo che il preventivo era stato presentato lo scorso gennaio, all'ingegner Giorgio Rossi.

Tra parcella del tecnico e materiali necessari per effettuare le verifiche statiche, il Comune spenderà poco più di undici mila euro. C'è da augurarsi, visto gli impegni presi e il consenso ottenuto dalla Provincia, che il collaudo abbia innanzi tutto esito positivo e che, in seconda battuta, l’accertamento non richieda tempi particolarmente lunghi.

Il rischio è infatti che dell’operazione, nel momento in cui ormai i 22 ospiti di villa Petersburg sono stati trasferiti al Martinsbrunn, non se ne faccia nulla, costringendo contemporaneamente il Comune di Merano a dover mettere in conto un investimento di non pochi quattrini per realizzare le misure necessarie a garantire la staticità degli edifici interessati.

La comunità russa del centro studi Borodine, intanto, resta alla finestra. La destinazione finale dell'acquisto provinciale dello Zarenbrunn, nei piani originari di Comune, Provincia e centro studi Borodine, quando ancora Luis Durnwalder era alla guida della giunta a Bolzano, era quella di trasferire la disponibilità del complesso Zarenbrunn per i prossimi 29 anni alla Borodine in comodato gratuito.

Un'operazione che però non ha convinto da subito il successore di Durnwalder Arno Kompatscher, che nel febbraio scorso aveva deciso di bloccare tutto in attesa di verificare l'effettivo interesse pubblico nell'operazione.

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