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Bolzano, ragazzino di 13 anni si allontana da casa: ritrovato nel bosco vicino a Bressanone

Il bambino, affetto dal disturbo dello spettro autistico, era uscito di casa per recarsi alla scuola pomeridiana, ma al telefono la madre aveva capito che non aveva raggiunto l’istituto. È stato ritrovato nel bosco grazie a un drone termico e ai cani molecolari



BOLZANO. Nel tardo pomeriggio di ieri, 9 novembre i militari della Compagnia Carabinieri di Bolzano sono stati impegnati nelle frenetiche e concitate ricerche di un ragazzino di 13 anni, affetto da disturbo dello spettro autistico, allontanatosi volontariamente da casa.

Il bambino, uscito di casa per recarsi alla scuola pomeridiana, aveva fatto insospettire la madre che, contattatolo telefonicamente, aveva percepito che il figlio non aveva raggiunto l’istituto.

La donna, visibilmente agitata e scossa, si è subito recata dai Carabinieri che, immediatamente, hanno attivato il piano provinciale per la ricerca persone scomparse. I militari dell’Arma, grazie anche alla specifica formazione in tema di minori e fasce deboli e alla sensibilità che li contraddistingue, sono riusciti a carpire la fiducia del bambino instaurando con lo stesso costanti contatti telefonici.

Durante una di queste molteplici telefonate, in cui il bambino rispondeva in maniera criptica e per stereotipi, il Maresciallo Giorgia Barberio è riuscita ad udire un messaggio preregistrato delle ferrovie dello stato con cui si invitavano i passeggeri ad “allontanarsi dalla striscia gialla”; ciò ha permesso di orientare le ricerche lungo la tratta ferroviaria Bolzano-Vipiteno.

L’Arma ha quindi attivato tutti i comandi Compagnia aventi competenza su tutte le stazioni ferroviarie presenti lungo l’itinerario, presidiando le stesse con diverse pattuglie da Bolzano, a Ortisei e Bressanone, sino a Vipiteno. La successiva geo localizzazione del cellulare in uso al bambino ha permesso di circoscrivere l’area di ricerche in zona Chiusa (Bressanone), in un’area boschiva prossima all’abitazione del padre non convivente che, verosimilmente, il bambino aveva deciso, sua sponte, di raggiungere.

La sinergia tra l’Arma dei Carabinieri, i vigili del fuoco volontari ed il soccorso alpino, ha consentito, anche grazie al ricorso ai cani molecolari e ad un drone termico, di individuare il minore, infreddolito e spaventato, sia per il calare della notte, nel frattempo sopraggiunta, ma anche per le eventuali conseguenze cui sarebbe potuto andare incontro.

Proprio il timore di essere sgridato dai genitori ha reso più ardue le ricerche, in quanto il bambino, intimorito, ogni volta che scorgeva le luci dei soccorritori vi si allontanava, obbligando gli stessi a rimodulare il dispositivo e ad effettuare una ricerca concentrica per circondare il medeismo, fortunatamente ritrovato in ottime condizioni di salute e successivamente affidato alle amorevoli cure del papà.













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