la serata al connection

Casa in affitto o da comprare: i giovani chiedono aiuto

Le informazioni da richiedere in banca e tutto quello che c’è da sapere su mutui e interessi L’educatrice: «Riceviamo risposte poco chiare». Il presidente del centro: «Acquisti fuori mercato e affitti alle stelle»


Anselmo Niglio


BRESSANONE. Acquistare o affittare? Questa è la domanda che si sono posti al centro giovani Connection di Bressanone per dare e avere consigli pratici sul tema dell’abitare in Alto Adige. Alex Feltrin, consulente di un istituto bancario, ha cercato di fare luce su tutti gli aspetti da considerare quando si decide di andare a vivere da soli. L’appuntamento era promosso dall’Ufficio politiche giovanili della Provincia. «Spesso – dice Cinzia Muwanga, educatrice al Connection – con i miei coetanei ventenni cerchiamo di capire quale sia la cosa più conveniente: andare in affitto o acquistare casa pagando un mutuo. Il più delle volte riceviamo in merito risposte poco chiare».

La consulenza in banca
Per l’acquisto, prima cosa da fare è andare in banca e chiedere una consulenza. “In base ai requisiti– spiega Feltrin – diamo delle indicazioni di massima sulla cifra finanziabile. Ha inizio la ricerca dell’immobile. Per comprare condizione imprescindibile è avere a disposizione almeno il 20% dell’importo totale”. La posizione lavorativa? Optimum è essere assunti a tempo indeterminato. «Qui – continua Feltrin – è un po’ diverso che nel resto d’Italia. Altrove è finanziabile anche il 100% dell’immobile e con contratti a tempo. In Alto Adige è difficile. Come banca locale pensiamo che, se abiti a Bressanone e hai voglia di lavorare, il posto fisso puoi averlo. E il capitale iniziale è fuori anche dal finanziamento provinciale, che segue un punteggio. Devi avere 20 punti: matrimonio, figli, residenza, reddito eccetera. Facciamo il calcolo al cliente per capire la cifra che dà la Provincia a fondo perduto, ma che non rientra nel 20%».

Affitti onerosi
Interessante la testimonianza di Andrea Bratzu, presidente del centro giovani. «Sono residente in Alto Adige da 17 anni e non raggiungo i 20 punti previsti dalla Provincia. Quindi 28 mila euro sono già esclusi in partenza. Un ragazzo che è nato qua a 23 anni con uno stipendio normale può ambire al punteggio minimo. Invece riguardo al 100% della garanzia statale, le banche provinciali non ne vogliono sapere. E gli istituti di credito nazionali dicono: sì è vero ma il 20% rimane indispensabile. Perché dalla busta paga è da sottrarre il minimo vitale che abbassa l’importo del mutuo, mettendo l’acquisto praticamente fuori mercato. Nel frattempo vivo in affitto e pago 900 euro al mese. Chiaramente nessuno in questo caso si cura del mio minimo vitale. Gli aiuti per gli affitti sono inaccessibili. Dovrei prendere 1.200 euro mensili per ricevere il 30% del canone. Nel mentre ho già speso 70 mila euro».

Il fondo pensione
Una soluzione è il fondo pensione. «Ne esistono di 2 tipi – continua Feltrin – individuale e collettivo. Il secondo si fa con il datore di lavoro. Serve a integrare il trattamento previdenziale e dà la possibilità di accedere al mutuo risparmio casa. Occorre essere iscritti da almeno 8 anni ed aver versato 15 mila euro. Mi servono 200 mila euro per il mutuo? Ne ho 50 nel fondo pensione, alla banca non devo più chiedere 200 ma 100 mila, perché i miei 50 vengono raddoppiati (o triplicati per i dipendenti pubblici) e si può ricevere l’importo dagli istituti convenzionati al tasso dell’1%».

Il punto sui tassi
«In questo momento la nostra banca mutui a tasso fisso non ne propone. Solo tasso variabile e massimo per 25 anni. Chiedo un finanziamento di 200 mila euro per 25 anni? Ai tassi attuali (del 5%) ne devi restituire 350 mila – 150 sono di interessi. C’è un vantaggio fiscale per chi ha meno di 36 anni e l’Isee sotto i 40 mila euro: non paga le imposte catastali, di registro, ipotecarie e sostitutive. È un aiuto ma devo esser sincero non fa la differenza». E se non si riesce a pagare la rata, il rischio è di perdere la casa. «Non succede quasi mai – conclude il consulente – la banca chiede tante certezze perchè vuole che il cliente riesca a restituire la somma prestata. Interessante è la ristrutturazione. Non serve il 100%, hai un’ipoteca ridotta e si accede a un 50% di risparmio statale nel decennio».













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