Chiusa bottega, i calzolai aiutano medici e infermieri 

La famiglia Del Marco. Papà, mamma e uno dei figli realizzano i prodotti con stoffa ed elastici La figlia si occupa della distribuzione a sanitari e a chi ne ha bisogno: già consegnati 300 pezzi


Fabio De Villa


Bressanone. Una famiglia di calzolai costretta a chiudere bottega per via delle restrizioni anti coronavirus si è reinventata professionalmente avviando a casa un’attività di produzione di mascherine in aiuto a medici e infermieri in ospedale e a chiunque ne abbia bisogno in questi giorni difficili. Questa la bella storia che arriva dal negozio “Scarpesca” di via Mercato Vecchio a Bressanone. «Mio padre Bruno, mia madre Mariella e mio fratello Morris Del Marco gestiscono la bottega in via Mercato Vecchio nel centro storico a Bressanone – racconta Giada Del Marco - Siccome il negozio è attualmente chiuso per via dei provvedimenti in vigore, abbiamo pensato a come dare una mano in questo momento di emergenza sanitaria e sociale».

Come mai l’idea delle mascherine?

Abbiamo saputo del diffuso problema nel recuperare mascherine per i sanitari dell’ospedale di Bressanone, così ci siamo ingegnati e abbiamo recuperato della stoffa rimasta inutilizzata impiegandola per realizzare delle mascherine fatte a mano.

Come sono realizzate queste mascherine?

Sono completamente in stoffa e per realizzarle abbiamo acquistato in negozi della zona degli elastici da sartoria lavabili, che purtroppo sono presto terminati. Chiediamo quindi a tutti i cittadini che ci vogliono dare una mano in questo progetto di guardare nelle proprie case per trovare degli elastici simili: ce li possono fare avere contattandoci mediante il nostro portale di Facebook che si chiama “Scarpresca”. Solo così possiamo andare avanti con il nostro lavoro.

Come realizzate le mascherine?

È importante far sapere che queste mascherine sono fatte a mano, sono in stoffa e possono essere riutilizzate lavandole anche a alta temperatura senza alcun problema, così da evitare sprechi e dare un contributo anche all’ambiente.

Quante mascherine avere prodotto in questi giorni?

Nei primi quattro giorni, abbiamo realizzato oltre 300 mascherine che sono già state tutte consegnate.

A chi?

Molte sono state consegnate all’ospedale di Bressanone, altre sono state donate a persone anziane, ai nidi e alle forze dell’ordine. Un altro centinaio circa andrà ai volontari della Croce bianca. Ovviamente la priorità la vogliamo dare a chi è più a rischio e chi è più debole.

Chi si sta occupando della produzione?

I miei genitori e mio fratello che cominciano alle 9 del mattino e vanno avanti fino anche alle 2 di notte. Io mi sto occupando della rete di contatti e della distribuzione delle mascherine dove più servono.













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