Federica, biologa e virologa spiega il Covid ai ragazzi 

All’Ite “Falcone e Borsellino”. La dottoressa Scaggiante ha risposto a decine di quesiti Si è spaziato dall’immunità di gregge alla cura, dal vaccino al periodo di incubazione


Tiziana Campagnoli


Bressanone. Videoconferenza sul tema Covid 19 con la specialista Federica Scaggiante per gli studenti e le studentesse del liceo e dell’Ite di lingua italiana “Falcone e Borsellino” di Bressanone. Promotrici dell’evento, svoltosi in due giornate, la dirigente Maria Concetta Capilupi e appunto la dottoressa Federica Scaggiante, presidente del Consiglio di Istituto dell’Iis Bressanone, biologa, specializzata in microbiologia e virologia, che lavora presso il laboratorio dell’ospedale di Bressanone. «La dottoressa Scaggiante è stata promotrice di un’iniziativa molto importante nata dall’esigenza di spiegare ai più giovani cos’è il virus Sars-cov-2 e come si sviluppa la malattia . Già in estate la dottoressa Scaggiante ha pubblicato e stampato sul tema un opuscoletto e lo ha distribuito gratuitamente nelle scuole. Il 26 novembre e il 3 dicembre, dunque, ha incontrato in videoconferenza gli studenti e le studentesse del liceo e dell’Ite di Bressanone, precedentemente già preparati sull’argomento dalle loro insegnanti di scienze».

Per la dottoressa Scaggiante è stata un’iniziativa importante per i giovani.

“È importante - sottolinea Federica Scaggiante - che i ragazzi siano informati e preparati, l’informazione deve arrivare dagli esperti, la mia presentazione ha avuto un taglio scientifico perché questo è il mio ambito di competenza”. Andiamo ai contenuti delle due videoconferenze.

Agli studenti e alla studentesse la dottoressa ha spiegato come e perché il virus attacchi principalmente le alte e basse vie respiratorie, ma anche l’intestino, quali siano i sintomi e le modalità di trasmissione nonchè i metodi di diagnostica di laboratorio disponibili. «È fondamentale indossare la mascherina, mantenere le distanze di sicurezza, arieggiare ogni 20 minuti i locali - ha detto agli studenti collegati - Queste misure di sicurezza servono, ragazzi, per la vostra protezione personale, ma le dovete soprattutto pensare come gesto di solidarietà e attenzione verso gli altri, verso chi vi sta vicino e verso i vostri familiari, soprattutto se anziani». Moltissime le domande arrivate dalle ragazze e dai ragazzi che hanno partecipato alla videoconferenza con attenzione estrema. Tra queste: gli animali domestici possono trasmettere il virus? Come si distinguono i sintomi da coronavirus da quelli di una normale influenza? Come muta il virus? Perché è difficile trovare una cura? Cosa succede durante il periodo di incubazione? Quando si comincia a essere infettivi? E alla domanda su quali conseguenze il Covid-19 lasci a chi si è ammalato, la dottoressa ha risposto. «Ancora non si può sapere, si stanno studiando gli effetti della malattia monitorando i soggetti che sono stati positivi, ma ci vorrà del tempo per raccogliere dei risultati». I pazienti guariti sono immuni? Rispondendo alla domanda, la biologa ha parlato dell’importante ricerca, una delle prime, condotta dall’Asl, dai Medici di medicina generale assieme all’Assessorato e a Eurac, l’ente di ricerca bolzanino, sulla popolazione della Val Gardena, uno dei principali focolai della Provincia nella prima ondata. «Lo studio di sieroprevalenza, condotto in collaborazione con il laboratorio di Innsbruck, ha confermato la presenza di anticorpi “neutralizzanti” nel sangue dei soggetti testati - ha proseguito la dottoressa - Ma si può parlare di immunità? Quanto tempo gli anticorpi rimangono in circolo? Ancora non lo sappiamo, sono in corso studi che risponderanno anche a queste domande».

Poi, la domanda su immunità di gregge. «Mi chiedete cos’è l’immunità di gregge? Si ottiene quando il 95% della popolazione è vaccinata o immune. Prendo ad esempio il morbillo. La vaccinazione contro il morbillo aveva portato alla totale scomparsa della malattia, in alcuni soggetti mortale, ma ultimamente è ricomparsa perché molte persone rifiutano il vaccino. L’Alto Adige è purtroppo tra le province con la più alta percentuale di non vaccinati». La biologa ha quindi sottolineato importanza di vaccinarsi contro il Covid-19. In un momento più personale ed emozionante la Scaggiante ha poi raccontato di come abbia vissuto lei, direttamente impegnata nel lavoro estenuante del laboratorio, i periodi più terribili della pandemia.

«All’inizio della prima ondata eravamo tutti solo preoccupati di affrontare il grande carico di assoluta emergenza, senza poterci fermare un attimo e abbiamo continuato così tiratissimi - ha spiegato - Gli effetti del lockdown hanno allentato il carico ma è emersa la pressione psicologica accumulata. Molti colleghi in ospedale si sono ammalati, la stanchezza fisica si fa sentire, per fortuna abbiamo in azienda figure professionali di riferimento che ci supportano costantemente, anche dal punto di vista psicologico».

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