Fine vita, boom di richieste per l’assistenza domiciliare 

La coop Silver Care. Molti malati preferiscono restare a casa ma serve personale qualificato Todesco: «Operiamo in zona dal giugno scorso e peschiamo il personale soprattutto all’estero»


Massimiliano Bona


Bressanone. I malati terminali, sempre più spesso, preferiscono trascorrere gli ultimi anni o mesi di vita a casa, rinunciando a lunghi e sfiancanti ricoveri in strutture specializzate che però non possono garantire il calore e l’atmosfera che solo nella propria abitazione si riesce a trovare. Ciò spiega il boom di richieste da parte delle famiglie dei malati e delle persone non autosufficienti (in tutto o in parte) alle cooperative che si occupano di fornire personale specializzato che svolge, di fatto, un servizio 24 ore su 24, notti comprese.

«Siamo presenti in val d’Isarco e in val Pusteria da una decina di mesi - spiega Alessandro Todesco di Silver Care - e sono, oggettivamente, sempre di più le famiglie che si rivolgono a noi per accompagnare i propri cari nell’ultimo o negli ultimi anni di vita. La media degli assistiti? Si oscilla dai 65 agli 85 anni. La richiesta è quella di fornire assistenza qualificata tra le mura domestiche e anche per questo abbiamo assunto da poco un’assistente geriatrica per formare le nostre badanti, che provengono in larga misura dall’estero».

Le richieste sono in costante aumento. «Siamo nell’ordine di alcune decine. Abbiamo qualche difficoltà in più ad accontentare tutte le richieste provenienti dal mondo tedesco solamente per una questione di lingua. A darci una mano, in questo caso, sono molte donne croate. Sono invece molte di più le straniere a parlare italiano. Chi sa anche il tedesco, spesso, riesce a spuntare una retribuzione maggiore». Il servizio offerto dalla cooperativa che opera nelle zone di Bressanone e Brunico non si limita alla ricerca del personale. «Offriamo la possibilità di "pescare" direttamente da un database la persona più adatta alle proprie esigenze. Se necessario, poi, vengono gestite le buste paga e le altre pratiche amministrative, vengono garantiti sopralluoghi mensili a casa degli utenti e c’è anche una supervisione costante con visite a casa a tutela delle famiglie ma anche delle lavoratrici».

La scelta di avere una badante-infermiera per il fine vita viene fatta anche da molte famiglie credenti. Soprattutto dopo le ultime parole di Papa Francesco sul tema dell’accanimento terapeutico.

«Gli interventi sul corpo umano - ha detto Bergoglio in un messaggio alla Pontificia Accademia della Vita - diventano sempre più efficaci, ma non sempre sono risolutivi: possono sostenere funzioni biologiche divenute insufficienti, o addirittura sostituirle, ma questo non equivale a promuovere la salute. Occorre quindi un supplemento di saggezza, perché oggi è più insidiosa la tentazione di insistere con trattamenti che producono potenti effetti sul corpo, ma talora non giovano al bene integrale della persona». Una svolta importante anche per la Chiesa.

«Per chi ha l’Alzheimer, ad esempio, c’è chi preferisce, fin che è possibile, i dispositivi medicali che consentono di capire se l’anziano è caduto, se il battito cardiaco è regolare eccetera. Poi, se la situazione diventa più complessa, si ricorre ad una badante a casa».

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