l'iniziativa

Per vincere la ludopatia arriva la realtà virtuale 

Nuova terapia a Rodengo. Introdotta da poco, al centro Bad Bachgart la tecnologia dei visori ha già dato ottimi risultati: «I pazienti affrontano meglio emozioni e pulsioni legate alla dipendenza»



RODENGO. In media, gli altoatesini spendono 1.350 euro all’anno per il gioco d’azzardo. Il dato risale a una ricerca del 2021 a cura della Rete azione dipendenza gioco, a cui aderiscono Forum prevenzione e Associazione Hands, il Centro terapeutico Bad Bachgart, i Servizi per le dipendenze consulenza psicosociale della Caritas di Silandro e la Consulenza debitori delle Caritas.

Ora, proprio al Centro terapeutico Bad Bachgart di Rodengo, ha preso il via un e progetto psicoterapico contro la ludopatia, la dipendenza dal gioco, che prevede l’utilizzo della realtà virtuale. Attraverso la realtà virtuale, strumento affiancato al trattamento psicoterapeutico classico, i pazienti vengono aiutati a superare fobie e a rafforzare comportamenti virtuosi in varie situazioni.

Nel caso specifico, l’applicazione pratica di questa tecnologia avviene appunto nella cura della ludopatia, una delle dipendenze più diffuse e difficili da combattere. "Nell’ambiente simulato della realtà virtuale – spiega Martin Fronthaler, responsabile del centro terapeutico di Bad Bachgart - i pazienti ludopatici vengono calati nello scenario realistico di una sala giochi attraverso l’utilizzo di un visore di realtà virtuale. Accompagnati dal terapeuta, poi, imparano a gestire questi stimoli nella vita di tutti i giorni affinché possano affrontare meglio le emozioni e le voglie insorgenti legate alla dipendenza. Tutto ciò durante il loro ricovero in struttura".

I benefici e l’efficacia della terapia VR (abbreviazione per virtual reality, realtà virtuale) sono già stati evidenziati in pubblicazioni e studi internazionali. "Nel caso del gioco d’azzardo – spiegano all’Azienda sanitaria dell’Alto Adige - di fronte all’aumento del desiderio impulsivo (craving), questo metodo consente un accesso diretto ai sentimenti e alle situazioni di stress, permettendo alla/al paziente di affrontare le dinamiche scatenanti in modo realistico attraverso video immersivi".

“Questo, nel contesto controllato della pratica terapeutica, dove il sostegno dei pazienti è costantemente garantito. Poiché l’assuefazione dipende dalla frequenza di esposizione alle situazioni a “rischio” - aggiunge Fronthaler - è utile che i pazienti si esercitino in modo autonomo e frequente per un certo lasso temporale, in modo da trovarsi preparati al confronto con questi scenari".

In linea di principio, questa tecnologia può essere utilizzata anche per trattare disturbi d’ansia, gli attacchi di panico, le fobie e i sentimenti generalizzati di insicurezza. Più specifiche sono le sequenze filmate proposte, più forte è l’effetto terapeutico. "Per raggiungere questo obiettivo - chiarisce Fronthaler –, abbiamo collaborato con Peter Daldos e la sua azienda Spherea3D per la produzione di sequenze cinematografiche 3D di alta qualità. Dal punto di vista terapeutico, abbiamo avuto molta voce in capitolo nella realizzazione dei video. Si tratta di sequenze personalizzate e adattate alle circostanze particolari dei nostri pazienti nonché all’obiettivo terapeutico specifico".

Questa tecnologia è disponibile al Centro di Bad Bachgart da poche settimane, ma è già in uso nei percorsi terapeutici di diversi pazienti: "Abbiamo atteso un anno per averla a disposizione – conclude Fronthaler - e auspichiamo che aiuti quante più persone possibili a liberarsi dalla ludopatia". Il progetto è stato realizzato con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio dell’Alto Adige.

 













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