La protesta

Quindici vagoni di rifiuti per 13 giorni in stazione 

Il caso a Ponte Gardena. Il sindaco di Laion ha scritto una «pec» anche al Ministero Hopfinger: «Il carico partito solo l'altra sera verso Nord». Multa in arrivo per la società responsabile


Massimiliano Bona


PONTE GARDENA. Per una questione di autorizzazioni (mancanti) un carico con 15 vagoni di rifiuti, senza motrice, è rimasto fermo per tredici giorni (dal 2 giugno) alla stazione di Ponte Gardena. I residenti, nauseati dai cattivi odori, hanno iniziato a protestare con sempre maggiore veemenza, coinvolgendo il sindaco di Laion Stefan Leiter e il Ministero, tanto che l'altra sera verso le 18 il carico è partito finalmente verso Nord, presumibilmente verso un termovalorizzatore in Germania.

Il treno, in base alle prime informazioni raccolte, sarebbe di proprietà di Tx Logistik di Mercitalia, azienda pubblica italiana, parte del gruppo Ferrovie dello Stato, che gestisce il servizio di trasporto merci e logistica sia in Italia che in Europa. Sempre secondo le prime indiscrezioni trapelate il gestore della rete Rfi avrebbe già multato la società in questione per aver lasciato fermo il treno una dozzina di giorni.

La Tx Logistik da parte sua ritiene la vicenda (quasi) chiusa e avrebbe assicurato che il convoglio proseguirà regolarmente il suo viaggio verso un inceneritore del Centro Europa.

«Ho raccolto - spiega il sindaco di Laion - le segnalazioni dei residenti e in un sopralluogo ho potuto constatare che effettivamente i convogli fermi sui binari emanavano cattivi odori. Potrebbe trattarsi di rifiuti ma sul contenuto, al momento, non abbiamo certezze. Ho scritto al Ministero con una Pec per avere delucidazioni sul caso».

Roger Hopfinger, direttore di Trenitalia in Trentino Alto Adige, si è informato sul caso sebbene la sua società si occupi solo di passeggeri. «Mancava un’autorizzazione per portare il carico all’estero». Capisco i disagi dei residenti». Philipp Kerschbaumer, sindaco di Ponte Gardena, ribadisce: «Vogliamo che resti un caso isolato. La situazione era intollerabile»













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Valeria Frangipane

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