Sulle orme degli alpini in Russia 

La marcia nella neve. Alcuni ex militari di leva a Vipiteno hanno percorso 175 chilometri lungo il tracciato della drammatica ritirata del 1943 Un viaggio per onorare la memoria degli alpini e di tutti i caduti, un lungo cammino nella neve e nel silenzio fino al simbolico arrivo a Nikolaevka


Fabio De Villa


Vipiteno. Settantasette anni dopo, un gruppo di 14 ex militari di leva, alcuni di loro facenti parte del 12esimo scaglione classe 1996 della 44ª compagnia del Battaglione Morbellegno di stanza a Vipiteno, hanno realizzato un’impresa che si aggancia a una significativa pagina della nostra storia: hanno ripercorso una parte del tracciato dell’estenuante marcia della ritirata di Russia, completata nel gennaio del 1943, nel pieno della Seconda guerra mondiale.

Un obiettivo, un progetto. Ideatore e protagonista di questa iniziativa è stato l’altoatesino Andrea Tescaro, a cui si sono aggiunti i bresciani Lorenzo Bertagnoli e Gabriele Sottini e i bergamaschi Christian Parisi e Gianluca Amerio che hanno fatto la leva a Vipiteno. Al gruppo si sono poi uniti altri ex commilitoni come Roberto Bettinsoli, Carlo Cremon, Giuseppe Rugolo e Alessandro Ferraris rispettivamente presidente e vice presidente della Sezione Montegrappa, e ancora Massimo Zanetti, Paolo Delle Tezze, Stefano Bontorin, Raffaele Zilio e Danilo Dolcini organizzatore e anima del gruppo.

“A noi - racconta Tescaro - si è aggiunta anche una guida russa che ci ha indicato la via attraverso la steppa. Era da tempo che tra di noi covava questo desiderio, che a poco a poco è diventato progetto – spiega ancora Tescaro - Con altri commilitoni abbiamo partecipato alla marcia della memoria, organizzata dal milanese Danilo Dolcini. Al gruppo si sono aggiunti sei alpini di Bassano, uno di Aviano e uno di Brescia. Il nostro è stato un viaggio lungo 175 chilometri, percorsi a piedi senza supporto di mezzi e con lo zaino in spalla. Una volta arrivati a Mosca abbiamo preso il treno e abbiamo fatto 900 chilometri fino ad arrivare a Rossosch presso il centro comando delle Corpo Armata Alpino tra il 1942 e il 1943. Qui siamo rimasti due giorni per poi trasferirci a Podgornoje, da dove è iniziato il vero e proprio percorso con destinazione Nikolaevka, per un totale di 175 chilometri di marcia”.

La marcia nella steppa. “Abbiamo attraversato la pianura della steppa - ricorda Tescaro - dove le uniche cose che c’erano erano il forte vento gelido e villaggi poverissimi dove abbiamo trovato ospitalità dormendo nelle isbe, le abitazioni rurali, oppure negli edifici della Chiesa ortodossa. Gente povera ma generosa. E stato un viaggio per onorare la memoria di tutti quegli alpini, quei soldati italiani che sono caduti in Russia, per ricordarne il valore e il sacrificio. Sono stati momenti emozionanti, in cui, attraverso i canti, le preghiere, le letture delle battaglie avvenute nei paesi che abbiamo attraversato, abbiamo ricordato chi è morto 77 anni fa. Ognuno, alla propria maniera si è sentito in dovere di non dimenticare una generazione di ragazzi italiani distrutta dalla follia della guerra. Oltre a loro abbiamo onorato tutti i caduti, tedeschi, russi, romeni, ungheresi che parteciparono a quella guerra”.

Il ricordo dei caduti. “Abbiamo pregato e deposto fiori anche ai monumenti dei caduti russi - continua Tescaro - Siamo giunti al sottopasso di Nikolaevka, domenica 26 gennaio esattamente 77 anni dopo gli alpini della Ritirata. Penso sia importante far conoscere, partendo dalle scuole, quella pagina della nostra storia, purtroppo già dimenticata da molti. Lo dobbiamo ai quei ragazzi che non hanno fatto più ritorno a casa”.

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