in val d'isarco

Zampina rotta a un gattino dopo una lite tra vicini 

Lino sarebbe stato preso di mira da un sessantenne in una casa Ipes. Le radiografie, fatte da una veterinaria di Chiusa, confermano la frattura. Indagano i carabinieri


Fabio De Villa


VAL D'ISARCO. Una lunga serie di screzi fra vicini di casa ha portato al ferimento di un gattino come forma di ritorsione. È successo in un paesino della val d’Isarco, dove a pagare è stato il tenerissimo Lino, gatto maschio di circa un anno che vive con una famiglia di origine marocchina. Non è la prima volta che accade e ciò ha indotto i protagonisti della vicenda a denunciare la vicenda, oltre che alle forze dell’ordine, anche pubblicamente.

Questa storia è particolarmente crudele, aggravata dal fatto di essersi consumata quasi sotto gli occhi atterriti dei proprietari del felino brutalmente aggredito. Il fatto sarebbe accaduto sabato pomeriggio 13 agosto in una casa Ipes dove vivono due nuclei familiari: una settantenne col suo compagno e la famiglia di origine marocchina.

«Mi stavo recando al lavoro come ogni giorno e ho aperto la porta di casa per fare uscire il gatto – racconta T.M. - Viviamo al primo piano di un caseggiato separato dai nostri vicini da un'area in comune dove il gatto gira regolarmente. Non ho nemmeno fatto in tempo a uscire di casa e ho sentito arrivare dal piano terra dei lamenti strazianti del mio gatto.

Spaventati, ci siamo affacciati alla porta per vedere cosa stesse accadendo. Abbiamo visto la nostra vicina in compagnia di un uomo che era sopra il nostro gatto, fermo immobile a terra e sofferente. Nel vederci arrivare, i due si sono immediatamente dileguati, chiudendosi in casa. Vista la situazione, ci siamo precipitati a prestare soccorso al Lino, portandolo immediatamente nell’ambulatorio veterinario di Chiusa della dottoressa Monika Hartmann.

Sono state fatte delle lastre che hanno portato alla luce la frattura di una delle zampe posteriori. Fortunatamente ora il nostro Lino è fuori pericolo, è triste, mangia poco, assume farmaci ed è costretto a vivere in una gabbia per poter guarire completamente. Probabilmente dovrà essere operato in futuro. Siamo davvero disperati, le mie figlie continuano a piangere nel vederlo così sofferente e abbiamo paura di future ritorsioni.

Non è la prima volta che subiamo minacce a sfondo razzista. Voglio sottolineare che i nostri figli sono a tutti gli effetti dei cittadini italiani e come famiglia paghiamo regolarmente le tasse qui da anni. I dispetti, qui, purtroppo sono all’ordine del giorno. C’è chi taglia o rovinare il nostro bucato. Stendiamo, infatti, i panni nelle parti comuni. Il soggetto in questione gira con un cane libero nelle zone comune e le mie figlie non si azzardano ad uscire quando è nei paraggi. Abbiamo fatto denuncia ai carabinieri ma fino ad oggi non siamo ancora riusciti a risolvere il problema».













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