BOLZANO. Da quasi una settimana, i rappresentanti di governo di 197 Paesi insieme a 20.000 delegati, migliaia di rappresentanti della società civile e rappresentanti dell'economia e della scienza, stanno discutendo, nell'ambito della Conferenza mondiale sul clima (Cop 25) di Madrid, di come contenere il riscaldamento globale e di quali misure di adattamento adottare.

Anche gli esperti di Eurac Research sono nella capitale spagnola per contribuire al dibattito, in particolare sui cambiamenti climatici nell'habitat montano. Secondo il Rapporto sul clima dell'Alto Adige pubblicato da Eurac Research nel 2018, le regioni montane sono particolarmente sensibili agli effetti del clima: dagli anni 70 le temperature in Europa sono aumentate di 1,5 gradi e nella regione alpina fino a 2 gradi. «Più colpite dal riscaldamento globale rispetto alle zone circostanti, le zone montane sono essenziali per fornire acqua potabile all'umanità, per preservare gran parte della biodiversità mondiale, così come spazio di svago e riposo», dichiara Stefan Schneiderbauer, co-responsabile del programma «Glomos» dell'Onu insieme a Jörg Szarzynski. Nell'ambito di questo programma, Eurac Research e Istituto per l'ambiente e la sicurezza umana dell'Università delle Nazioni Unite (Unu-Ehs) di Bonn hanno istituzionalizzato la loro cooperazione per promuovere lo sviluppo sostenibile delle regioni di montagna in tutto il mondo. «Una delle ragioni principali della nostra presenza a Madrid è la sensibilizzazione sull'importanza delle regioni di montagna per raggiungere gli obiettivi definiti dall'Onu. Inoltre, l'incontro ci offre l'opportunità di rafforzare i contatti con altre organizzazioni attive a livello internazionale e di pianificare nuovi accordi di ricerca», afferma Schneiderbauer.