LO SCONTRO

Coronavirus, le reazioni allo strappo Svp sulla Fase 2

Biancofiore: "Pericoloso agitare lo spauracchio della secessione, ma appoggio la lotta per le riaperture", Huber: "Non è tempo di scontri istituzionali", Vettori: "Pieno sostegno a Kompatscher", I Verdi: "La Giunta gioca col fuoco", Maturi: "E' tempo di ripartire in sicurezza", Urzì: "Il Governo Conte lo ha voluto la Svp"



BOLZANO. «Il presidente della Provincia di Bolzano ha ragione sui tanti errori, sulla confusione, sui dpcm incostituzionali del governo e del presidente del consiglio, ma è pericolosissimo e irresponsabile, cogliere l'occasione della pandemia per agitare lo spauracchio mai sopito della secessione». Lo afferma la deputata Michaela Biancofiore. «Certo non si può morire di Covid e nemmeno di stenti e fame - aggiunge Biancofiore -. Per questo sono stata e sarò accanto alle istituzioni altoatesine nella lotta alle riaperture e alla logica della responsabilità per salvare l'economia della mia terra ma senza dimenticare quella del resto del Paese. È il momento di fare squadra con le altre regioni e con tutte le associazioni di categoria nazionale in materia per far ripartire l'economia da Bolzano a Lampedusa». «Se la Svp toglierà la fiducia al governo Conte, avrà partecipato ad unire il Paese dando la spinta necessaria alla nascita di quel governo di salute pubblica, è proprio il caso di dirlo, di unità nazionale, ormai irrinunciabile», conclude la parlamentare. 

«Non va bene la fuga in avanti della Svp. Nessuno si salva da solo. L'Alto Adige pur nella sua autonomia non è un'isola e non stiamo parlando di diritti, finanziamenti o differenze linguistiche, stiamo parlando di salute». Così il segretario provinciale del Pd, Alessandro Huber. «Mai come oggi la divisione istituzionale è un errore - prosegue Huber - Purtroppo già la brutta esperienza degli acquisti dell'Asl altoatesina avvenuti in emergenza, ha evidenziato ancora di più come possa essere rischioso muoversi in solitaria. Non possiamo pensare di fare tutto e sempre da soli. La fase 2 va coordinata con il governo nazionale e va discussa con le proposte e non con strappi e ricatti». «L'economia deve ripartire, le famiglie vanno aiutate, ma non è questo il momento di indebolire l'Italia con lotte tra istituzioni. Uno scontro istituzionale ora è un errore. Non si possono mettere la salute e l'economia in antagonismo. Il Pd è favorevole a una differenziazione regionale ma solo in accordo con il governo», aggiunge Huber. 

«Pieno sostegno, fiducia e stima» al presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, «per aver preso una posizione decisa e critica nei confronti di un governo che nega i diritti e le peculiarità dell'autonomia proprio nel momento in cui la nostra Provincia potrebbe smarcarsi dalle dinamiche di Regioni meno virtuose e dimostrare un'eccellenza ormai indiscussa». Lo afferma Carlo Vettori, consigliere provinciale di Alto Adige Autonomia. «Esigere di tenere fede ai principi sanciti nel nostro statuto - aggiunge Vettori - non è un attacco all'unità nazionale, ma una doverosa dimostrazione del senso di responsabilità delle nostre istituzioni verso l'economia altoatesina». «Di fronte al non più sostenibile immobilismo del governo Conte, l'Alto Adige, forte della sua autonomia, riparte con slancio per dare certezze alle categorie, alle aziende, alle famiglie, ai pensionati e ai cittadini che da settimane si sentono abbandonati da parte dello Stato», conclude Vettori. 

L'Unione commercio turismo servizi Alto Adige accoglie «con favore la coraggiosa presa di posizione della Svp, ma ormai non c'è più il tempo. Vogliamo lavorare il 4 maggio». Spiega il presidente dell'associazione, Philipp Moser. La proposta di un disegno di legge «va sicuramente nella giusta direzione - osserva Moser - Ciononostante dobbiamo continuare a insistere sulla riapertura di tutti i negozi del commercio al dettaglio il prossimo lunedì, 4 maggio. Non ci sono più i tempi tecnici per una legge provinciale». «Abbiamo urgentemente bisogno di una soluzione autonoma per l'Alto Adige, perché il 4 maggio vogliamo tornare a lavorare. Per questi motivi ci aspettiamo una rispettiva ordinanza del presidente della giunta provinciale», aggiunge il presidente dell'Unione.

«Il gioco con il fuoco che la giunta ha iniziato improvvisamente cedendo alle pressioni dei partiti di destra, di alcuni media e di alcune associazioni economiche ci sorprende e ci fa preoccupare non poco». Lo affermano i consiglieri provinciali dei Verdi, Brigitte Foppa, Riccardo Dello Sbarba e Hanspeter Staffler, in una nota congiunta con i portavoce provinciali, Marlene Pernstich e Felix von Wohlgemuth. «L'Alto Adige può e deve andare per vie autonome - si legge nella nota -. Ma l'Autonomia dell'Alto Adige/Südtirol si basa sulla storia e sulla situazione particolare dei gruppi linguistici presenti nella nostra provincia. L'Autonomia non è collegata in nessun modo con la crisi da covid-19. Al contrario». «L'Alto Adige/Südtirol non ha percorsi sanitari alternativi - sottolineano i Verdi - ma è parte del sistema sanitario italiano. Confiniamo con le Regioni d'Italia maggiormente colpite dall'infezione e ci troviamo su uno degli assi principali della diffusione del virus in Europa. Anche in Alto Adige si è sottovalutata la pandemia all'inizio ed esattamente come da altre parti si sono fatti errori. Anche l'Alto Adige si sta riprendendo lentamente proprio come altre Regioni. Il virus attraverserà la chiusa di Salorno ancora per molto tempo, e in entrambe le direzioni». «Dobbiamo prendere tutti i provvedimenti necessari per evitare un conflitto istituzionale paralizzante con Roma. Il Gruppo Verde analizzerà e valuterà con grande attenzione il disegno di legge annunciato. L'appello subliminale del presidente Kompatscher alla coesione e all'auto-rinuncia dei diritti democratici (tra questi rientra la presentazione di una relazione di minoranza nel caso non si sia d'accordo con il disegno di legge) non lo troviamo per nulla opportuno. Importante e necessario è invece il coinvolgimento di tutte le forze politiche e delle parti sociali», concludono i Verdi. 

«Autonomia vuole anche dire riconoscere le differenze e utilizzarle come valore aggiunto in un contesto nazionale per il bene di tutto il Paese. Soprattutto in questo momento di crisi. Se una regione - o provincia autonoma - è nelle condizioni di riaprire in condizioni di sicurezza le proprie aziende, industrie e attività, deve farlo». A dirlo è il deputato altoatesino della Lega Filippo Maturi. «Deve farlo per far sopravvivere il tessuto economico di quel territorio ed indirettamente quello dell'Italia intera. Non ha senso penalizzare il mercato del lavoro, l'economia e i cittadini solo per una foga centralista di chi ha paura che il potere gli scivoli tra le mani», continua Maturi. Il deputato si dice «felice che la Svp abbia compreso le tendenze centraliste di questo governo e sopratutto del Pd, nemici della nostra autonomia, che vorrebbe trattare l'Alto Adige come quelle regioni dove a oggi il contagio è altissimo e la soglia d'allerta deve essere necessariamente più alta». Per Maturi «è tempo di ripartire, in sicurezza, da Brennero a Lampedusa. Con modalità differenti, guardando alle singole peculiarità di ogni territorio e considerando lo stato della pandemia, ma occorre riaprire. Subito».

«Se abbiamo il Governo Conte lo dobbiamo all’appoggio ricevuto dalla stessa Svp che ieri con comunicato stampa gli dichiara guerra. Accorgersi ora dell’inadeguatezza di questo governo è tardivo ma soprattutto appare molto opportunista: che il Governo PD, M5S, Sinistra estrema e Renzi abbia mostrato incapacità lo avevamo capito dal primo momento. Ma anche un Kompatscher che sbaglia i conti sui morti per Covid finchè non glielo si fa notare, una Sanità provinciale che acquista per dieci milioni mascherine che non possono essere usate (mandando in tilt i servizi per esterni dell’ospedale e mettendo in discussione la salute degli operatori), una Provincia che acquista scaldacollo da un familiare di un membro di giunta e li spaccia per DPI, una amministrazione che si impegna a risolvere tutti i problemi economici di famiglie e piccoli e grandi imprenditori, negozianti, artigiani e invece li lascia affogare perché poi prometteva sui soldi che ancora no ha (300 milioni, ricordate?), questo sistema provinciale non è certo un modello di efficienza», così Alessandro Urzì consigliere provinciale di Fratelli d’Italia L’Alto Adige nel cuore. «Pare quasi che ora si sfrutti anche il virus per dare la spallata non al Governo ma allo Stato italiano. Vedremo la legge che la Svp ha deciso di presentare (la Lega pare che abbia detto solo dopo che è d’accordo, ma ormai abbiamo capito come funziona in Provincia). Attenzione: non faccia il bulletto Kompatscher. Non giochi a fare lo statista sulla pelle dei tanti che stanno morendo anche per colpa di questo governo che la Svp ha sempre sostenuto. Stia alla concretezza. Alla Provincia chiediamo di fare meno la sbruffona e essere più concreta e veloce perché non ci si dica che è sospendendo i pagamenti per tre mesi e garantendo un mutuo in banca (che poi commercianti, artigiani e tutti gli imprenditori dovranno ripagare con i soldi che non hanno) che si aiuta l’impresa locale. E già con gli strumenti attuali la Provincia poteva fare di più. Inizi e mettere in sicurezza gli altoatesini donando mascherine per tutti i cittadini come fatto in Trentino. Il Governo finisce sotto accusa perché non può condannare a morte mezza economia italiana solo rinviando i momenti delle aperture: fissi criteri per la sicurezza dal virus e faccia lavorare chi li può rispettare, non creando odiose classifiche fra chi potrà aprire prima e chi dopo solo per un codice Ateco e non il rispetto del distanziamento, sanificazione e sicurezza. Si sfregano già le mani i secessionisti per questa improvvisa impennata del Kompatscher che sino a ieri era tutto mieloso con il Pd al governo? Attenzione: le misure che potremo introdurre dovranno riguardare solo la fase di emergenza e rientrare nei parametri di ciò che è lecito e fissato dallo Statuto di autonomia. Non usino il virus per giochi politici. Fuori c’è gente che del virus ci muore ma anche una economia che aspetta una mano concreta, prima di morire anch’essa, non battaglie di potere fra Bolzano e Roma», conclude nella sua nota Urzì.













Altre notizie

Attualità