Estate in montagna, già 19 morti

In nemmeno quattro mesi 664 interventi. Coinvolte 764 persone. I feriti gravi sono 140. Ci si fa male soprattutto in discesa (71% dei casi). I più soccorsi: gli italiani delle altre regioni.


Davide Pasquali


BOLZANO. La stagione estiva del soccorso alpino è ben lungi dall’essere conclusa, ma le montagne altoatesine già contano numerose vittime e molti feriti. Finora, dal primo maggio, si sono contati la bellezza di 664 interventi, coinvolte in totale 764 persone: 19 i morti, 140 i feriti gravi. Nel 49% dei casi gli interventi di soccorso riguardano semplici escursionisti. In quasi tre quarti dei casi gli incidenti avvengono in fase di discesa. I turisti più soccorsi? Gli italiani delle altre regioni; seguono i germanici. Lo si evince dalla Banca dati degli incidenti alpini dell’Alto Adige, uno straordinario strumento digitale di pubblico accesso, nato per poter comprendere in dettaglio il fenomeno degli infortuni in quota, non solo nel tempo libero ma anche nel caso in cui coinvolgano pure chi in montagna lavora. Si tratta di un progetto comune avviato ufficialmente nel 2021 e sostenuto da Agenzia provinciale per la Protezione Civile, Bergrettungsdienst dell’Alpenverein Südtirol e delegazione altoatesina del Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico del Club alpino italiano.

Precisi e aggiornati
I dati attualmente consultabili via web grazie a tabelle, diagrammi e mappe geo-referenziate partono dal 2019, anno di avvio della sperimentazione, entrata poi a regime a 2021 avanzato. I dati più attuali riguardano la stagione estiva in corso. Partono dal 1° maggio e termineranno di essere raccolti e pubblicati il 31 ottobre. Ieri erano aggiornati al 17 agosto. Uno sforzo non indifferente, specie per i due soccorsi alpini locali, costituiti sostanzialmente da soli volontari che, oltre a impiegare il loro tempo libero dal lavoro per soccorrere chi spesso si mette nelle peste da solo, devono poi sobbarcarsi pure l’incombenza di compilare complessi formulari, con tanto di geo-localizzazione dei luoghi di intervento.

Dove ci si infortuna
In Pusteria quest’estate si sono già contati 278 interventi, ossia il 42% del totale. Seguono per numero di eventi i distretti Salto Sciliar con 127 casi (19%), il Burgraviato con 93 (14%), la Val d’Isarco con 63 (9%), la Val Venosta con 47 (7%), l’Alta Val d’Isarco con 35 (5%), l’Oltradige - Bassa Atesina con 18 (3%), Bolzano con 3 (0%). I Comuni più interessati sono Badia (38 incidenti), Sesto Pusteria (37), Corvara in Badia (35), Santa Cristina (24), Dobbiaco (23), Selva Gardena (23), Funes (18), Racines (17), Campo Tures (17).

Chi interviene
Il territorio altoatesino è suddiviso in tre aree di intervento: dove opera solo il Brd, o solo il Cnsas, o entrambi, spesso assieme. Quest’estate il Brd è stato chiamato in azione 262 volte (39% del totale) e il Cai 205 volte (31%); assieme sono intervenuti 197 volte (30%). L’elicottero è decisamente utile, in quota, ma non sempre occorre o è in condizioni di volare. Sul totale degli interventi, in 433 casi (65%) non ci si è serviti dell’elisoccorso, in 231 casi sì (35%).

Chi si infortuna
Considerando il sesso, i maschi soccorsi assommano a 404 (53%), le femmine a 349 (46%). Considerando la nazionalità, a fare la parte del leone sono i turisti italiani delle altre regioni: 301 interventi (39%). Seguono i germanici con 201 (26%), gli altoatesini con 150 (20%), i turisti di altri Paesi con 71 (9%), gli austriaci con 17 (2%), i turisti di Benelux e Svizzera con 7 (1%). Passando all’anno di nascita, i più soccorsi sono i feriti di età compresa fra 50 e 59 anni (169 casi, 22% del totale). Seguono le fasce 60-69 (131, 17%), 20-29 (90, 12%), 30-39 (89, 12%), 40-49 (78, 10%), 70-79 (65, 9%), 10-19 (55, 7%), oltre gli 80 (39, 5%), 0-9 (21, 3%), età ignota (27, 4%). Prendendo in considerazione disciplina o attività praticata, al primo posto sta l’escursionismo (421 casi, 55%). Seguono mountain bike (75, 10%), via ferrata (47, 6%), arrampicata alpinistica (35, 5%), altro tipo (per esempio caccia, raccolta funghi, equitazione; 34 casi, 4%), e-bike (27, 4%), lavoro (24, 3%), alpeggi (21, 3%), parapendio (15, 2%), tour alta montagna/ghiacciai (9, 1%), arrampicata sportiva (2, 0%), boulder (1, 0%). La maggior parte degli incidenti (338, 71% del totale) avviene in discesa, solo il 29% (135) in salita. Tra le cause svetta al primo posto la tipologia caduta/inciampo/scivolamento (373 casi, 49%). A seguire malore (79, 10%), attrezzatura inidonea o incapacità (72, 9%), sfinimento (54, 7%), perdita orientamento/fuorivia (45, 6%), cuore/circolazione (39, 5%), altro (35, 5%), maltempo/grandine/nebbia (34, 4%), caduta in crepaccio (2, 0%).

Le conseguenze
I feriti lievi soccorsi sono stati 398 (52% del totale), gli indenni 186 (24%), i gravemente feriti 140 (18%), i deceduti 19 (2%). Nell’estate 2023, questa la casistica dei morti: 1 base jumping, 1 e-bike (cuore circolazione), 10 escursione (4 caduta, 3 cuore circolazione, 1 malore, 1 perdita orientamento, 1 caduta in crepaccio), 1 ferrata (caduta), 4 lavoro (2 caduta, 1 cuore, 1 scontro con oggetto), 1 mountain bike (cuore circolazione), 1 incidente stradale (caduta, inciampo, scivolamento).













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