Natale

Festività, è boom di turisti: «Alberghi quasi tutti pieni»

In Alto Adige prenotazioni in aumento nonostante l’inflazione, anche per l’Epifania: presi d’assalto hotel, spa e piste da sci. Ma permane la carenza di lavoratori. Manfred Pinzger (Hgv): «Mancano soprattutto camerieri e personale qualificato»


Aliosha Bona


BOLZANO. C'è il pienone in Alto Adige: piste da sci e ristoranti, ma soprattutto all'interno degli alberghi. «Gli hotel hanno registrato quasi il tutto esaurito. Dopo anni condizionati dal Covid, seppur in maniera progressivamente più lieve, siamo tornati alla completa normalità anche durante Capodanno. E per l'Epifania ci aspettiamo una situazione analoga». La conferma arriva dal presidente dell'Unione Albergatori, Manfred Pinzger.

Lavorano bene sia le strutture più lussuose che gli alberghi a due e tre stelle. Le località più gettonate rimangono Val Gardena, Alta Pusteria e Alta Badia, con buona parte delle strutture sold-out già nelle scorse settimane. Mentre in Val d'Isarco e in Val Venosta i turisti sono riusciti a prenotare anche a ridosso del primo dell'anno. «Qui da noi spopolano gli hotel dotati di Spa e centro benessere», prosegue Pinzger, «e una grande mano ce l'ha data la neve: non c'è miglior pubblicità che i nostri paesaggi innevati. Le piste da sci sono assediate».

E anche la città di Bolzano sorride facendo registrare un afflusso di turisti maggiore e più costante degli anni prima. Non a caso il Mercatino di piazza Walther è stato un successo forse senza uguali con quasi un milione di visitatori. Grande presenza di tedeschi e austriaci: in media si prolungano qualche giorno in più rispetto agli italiani che a causa degli alti costi energetici e dell'inflazione diffusa si sono visti costretti a un cambio di abitudini. Quindi meno settimane bianche complete, più soggiorni sulla neve di quattro o cinque giorni.

Soggiornare negli alberghi altoatesini, infatti, è diventato sempre più dispendioso: l'aumento dei prezzi di listino parla di un sostanzioso +9.5% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso (dato di Assoutenti).Si sorride per le prenotazioni, meno se si dà un occhio al personale che lavora dentro alberghi e ristoranti. «Va fatta una doverosa premessa: il personale manca ovunque e non siamo messi peggio degli altri settori», sottolinea ancora Pinzger, «Negli hotel ultimamente sono indispensabili i camerieri, anche alla luce della grande richiesta di queste festività. E c'è bisogno di personale qualificato, come i cuochi, anche se la situazione non è drammatica».

A livello nazionale il trend è lo stesso: il turismo recupera, finalmente, i livelli pre-covid. Il 2023, infatti, si è chiuso registrando 445,3 milioni di presenze nelle strutture ricettive, in aumento del +8,1% rispetto allo scorso anno e, per la prima volta, superiore anche al periodo antecedente la pandemia: nel 2019, infatti, le presenze turistiche erano state 436,7 milioni, circa 8,6 milioni in meno.













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