IL DELITTO DI APPIANO

Il mondo spezzato di “Babsy”: la sua bimba, Philipp e l’enoteca 

Una donna piena di energia. Gestiva con il marito sommelier la «Bordeauxkeller» di Appiano. Insieme avevano coltivato e realizzato il sogno di un locale tutto loro.

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MASSIMILIANO BONA


APPIANO/TERLANO. Una famiglia modello e un amore spezzati dal folle gesto e dall’ossessione di un 25enne, Lukas Oberhauser, trovato poco prima delle 5 a vagare vicino a casa con il coltello ancora in tasca e formalmente accusato di omicidio aggravato. La vittima è una giovane donna, Barbara «Babsy» Rauch, 28enne titolare della «Bordeauxkeller», elegante enoteca del centro di San Michele di Appiano che gestiva assieme al marito Philipp Carli, sommelier professionista. La coppia si era sposata nel marzo 2016 e dalla loro unione è anche nata una bimba, che compirà i tre anni proprio a marzo.

Si erano conosciuti durante uno stage.

Lukas Oberhauser, figlio di Henriette Erschbamer e Hans Oberhauser (rispettivamente proprietaria e apprezzato cuoco del Neuhausmühle di Vilpiano), aveva conosciuto Barbara durante uno stage in hotel, durante il quale la ragazza – originaria di Settequerce, ma trasferitasi da tempo ad Appiano - si era fatta subito apprezzare. Con la sua meticolosità, la sua dolcezza e il suo entusiasmo, era riuscita a dimostrare a clienti e titolari di essere «tagliata» per un mestiere nel settore ricettivo. Ma a perdere letteralmente la testa per lei era stato proprio Lukas, che ha iniziato a corteggiarla in modo serrato, sebbene avesse capito benissimo che si trattava di un amore non corrisposto.

Barbara nel frattempo aveva cambiato lavoro e aveva trovato la felicità con Philipp e assieme avevano deciso di investire in un’enoteca, la «Bordeauxkeller», nei locali dove un tempo c’era il «Feinkost» di Christine Walcher, un altro posto per buongustai a pochi passi dal «Zur Rose», il ristorante stellato gestito dallo chef stellato Herbert Hintner.

Barbara ha trovato la forza di denunciarlo.

I comportamenti e gli atteggiamenti di Lukas, sebbene i due non avessero mai avuto una storia e non si frequentassero nemmeno più, erano comunque pesanti, difficili da sopportare e digerire. Regali rifiutati garbatamente, proprio per mettere le cose in chiaro. Ma le azioni persecutorie del 25enne di Vilpiano sono continuate, tanto da spingere Barbara a denunciare il suo stalker per cercare di porre fine ad una situazione diventata esasperante. Oberhauser è stato arrestato, ha trascorso un periodo ai domiciliari con l’obbligo di firma in caserma e il divieto di avvicinamento. Era sotto processo, con tanto di richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura, ma nel frattempo le misure restrittive a suo carico erano state revocate. Da qualche mese non si faceva più sentire, fino all’altra sera, quando è salito da Vilpiano ad Appiano probabilmente con l’intento di uccidere la donna che pensava di amare ma che in realtà era diventata un’ossessione. Un amore non corrisposto finito nel peggiore dei modi. Resta da capire se si poteva, forse, fare qualcosa di più per frenare la furia omicida di un giovane che anche in paese consideravano poco integrato.

Una famiglia distrutta dal dolore.

La famiglia di Barbara Rauch (papà Heinz lavora per la Schwarz di Frangarto, la mamma Verena e la sorella Hanna) è originaria di Settequerce ma si è trasferita da tempo ad Appiano. In paese, a Terlano, c’è ancora la zia Martha, dirigente della scuola materna. Poi, naturalmente, ci sono l’adorato marito Philipp e la figlia che avrebbe compiuto i 3 anni proprio a marzo. Vivevano in via dell’Olmo, poco distante dalla «Bordeauxkeller», che avevano aperto coronando un sogno a lungo cullato. Nessuno riesce ad accettare e spiegare un femminicidio tanto efferato. C’è chi, tanto ad Appiano quanto a Terlano, si chiede se si potessero prolungare le misure restrittive a carico di Oberhauser almeno fino alla fine del processo.

Due paesi sotto shock.

Il sindaco di Terlano Klaus Runer parla «di due famiglie modello, ben integrate». Grandi lavoratori. «Lukas, a differenza dei genitori, è sempre stato piuttosto defilato. Siamo sotto shock, anche perché non capiamo cosa possa essere scattato nella sua testa. Conosceva Barbara ma i due non sono mai stati una coppia. Sono vicino ai familiari». Il sindaco di Appiano Wilfried Trettl ricorda un solo delitto «tanto brutale, quello di via Monticolo, una trentina di anni fa». Il suo vice Massimo Cleva traccia un profilo di Barbara. «Una persona garbata, a modo. Le ho parlato spesso e il suo locale era tra i più gettonati del paese. Siamo sconcertati e questo episodio deve farci riflettere sugli atteggiamenti, anche di diversi personaggi pubblici, che spesso sconfinano nel “machismo”».

 













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