Famiglie bisognose, laivesotti dal cuore grande 

Le donazioni. C’è chi - oltre ai beni a lunga scadenza - ha consegnato somme consistenti Non è andata invece a buon fine l’iniziativa del pane sospeso ma “per eccesso di offerta”


Bruno Canali


Merano. Dalla scorsa primavera, quando iniziò la pandemia, non è mai venuta meno la gara di solidarietà verso coloro che, per vari motivi, non solo per il Covid, si sono trovat1 in gravi difficoltà, spesso al punto da non avere neppure il minimo indispensabile per mangiare regolarmente e dar da mangiare alla famiglia.

“In questo senso – afferma Richard Stimpfl, presidente del gruppo missionario che a Laives gestisce “Alimentiamo la solidarietà”, punto di distribuzione di prodotti alimentari e altro – il Covid non ha fatto altro che aumentare il numero di coloro che sono in difficoltà. Alimentiamo la solidarietà fa tre turni settimanali e ad ognuno di questi turni arrivano mediamente 10 persone. Tenuto conto che chi ad esempio arriva il lunedì, poi può tornare dopo due settimane, mediamente assistiamo circa 120 fra persone singole e nuclei familiari, distribuendo prodotti alimentari che vengono donati da supermercati e negozi. Quando abbiamo disponibilità, distribuiamo anche qualche vestito e altro materiale che ci portano”.

La maggior parte degli alimentari che arrivano al gruppo missionario di Laives arrivano grazie al “Banco alimentare” e ad “Agea” e si tratta di parecchie migliaia di chili nell’arco dell’anno, compresi anche i cosiddetti “freschi” ovvero, yogurt, latte e formaggi, che hanno scadenze molto ravvicinate.

Accanto a questi enti principali, ci sono anche tante “persone di buona volontà”, come Igor Guerzoni, gestore del negozio di alimentari “Dal Guerzo”, in via Sottomonte, oppure il panificio Innerkofler in centro città.

Da Guerzoni è presente da mesi una cassetta blu (prima era all’esterno, adesso è dentro) dove chiunque può mettere prodotti alimentari, possibilmente quelli che si conservano più a lungo senza problemi e – dice Igor Guerzoni – ogni due settimane circa passano i volontari del gruppo missionario a raccogliere le donazioni. C’è anche chi lascia del denaro e se si tratta di poca cosa, lo converto in prodotti alimentari per la solidarietà. C’è però anche chi, come un signore ha donato 100 euro e questi soldi invece li giro ai volontari direttamente”.

Igor Guerzoni, così come il gestore del panificio Innerkofler, avevano anche aderito all’iniziativa del “pane sospeso” promossa dai giovani dell’associazione Younited. Paradossalmente l’iniziativa non ha funzionato come si sperava ma non perché mancasse il pane donato, bensì perché questo pane era troppo rispetto alle richieste e, ovviamente, un prodotto come il pane deve essere distribuito nell’arco di una giornata perché poi diventa rapidamente raffermo. Un problema pratico, dunque, difficile da superare.

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