Laives

«L'orto abusivo un'alternativa a social e giochi», ma il Comune lo smantella

I ragazzi di Pineta avevano utilizzato un angolo di terreno comunale abbandonato. La polemica del consigliere Sbironi: «Ennesima occasione persa nei confronti dei giovani». I genitori: «Una delusione per i ragazzi»



LAIVES. L'ordine del Comune di Laives ai ragazzi di Pineta di smantellare il loro piccolo orto in un angolo di terreno comunale abbandonato, all'ingresso della zona residenziale Toggenburg 1, fa dire al consigliere Andrea Sbironi (M5s) che «Si tratta dell'ennesima occasione persa nei confronti dei giovani». «Inutile lamentarsi con loro - continua Sbironi - se poi non gli si danno della alternative a social e videogiochi. Viviamo in una realtà sempre più virtuale che di concretezza. I ragazzi hanno bisogno di spazi e strutture che permettano l'acquisizione di competenze pratiche, e costruiscano quell'appartenenza comunitaria che sta pian piano scomparendo. È dal 2020 che sosteniamo la realizzazione di tali spazi, e proprio nel caso specifico la creazione di un orto didattico. Il caso di Pineta stigmatizza in pieno ciò che di buono si voleva fare a sud di Pineta appunto, l'orto e serra didattica. Ma la giunta dopo averlo promesso per anni ha comunicato che non si fará. Questo è l'esempio calzante di non ascolto, di mancata programmazione e di tutto il “fumo” che negli ultimi 4 anni è stato venduto a Laives. Abbiamo la necessità di differenziare gli interessi dei giovani per allontanarli dall'ozio e dai telefonini incoraggiandoli in attività utili anche ai fini ambientali. È necessario quindi costruire luoghi, spazi e regolamentazione in merito. Abbiamo la sensazione che si debba partire da zero perché in questi anni non sono stati fatti passa avanti in una direzione chiara e socialmente sostenibile. Sosterremo, come sempre, la politica dell'incoraggiamento e non della repressione. È evidentemente che è necessaria una discontinuità politica», conclude Sbironi.

«Sappiamo certamente che l'iniziativa formalmente è un abuso - dicono a loro volta i genitori dei ragazzi - e che per l'orto servirebbe prima l'autorizzazione. Ma si trattava di una iniziativa costruttiva ed educativa, partita spontaneamente dai ragazzi, una iniziativa che sicuramente non è pericolosa o che possa creare disagi ai residenti, anzi, terrebbe impegnati positivamente i giovani. Ha prevalso la burocrazia e la formalità ed è una delusione prima di tutto per i ragazzi i quali si erano impegnati in qualche cosa di positivo».













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