Coronavirus

Le vaccinazioni Covid sono poche, il ministero scrive alla Provincia

Anche in Alto Adige con poco più di 6500 dosi somministrate la campagna d’autunno stenta a decollare. Bertoli, Asl: «I nostri dati migliori di altri. Non si percepisce più il rischio del virus. Al San Maurizio 30 anziani ricoverati»


Valeria Frangipane


BOLZANO. Numeri bassi, bassissimi. Poco più di 6.500 persone in Alto Adige hanno aderito all'ultima vaccinazione contro il Covid scattata a inizio ottobre. In Trentino va ancora peggio con poco più di 5.200 dosi somministrate. Una campagna - quest'ultima - che stenta a decollare in provincia di Bolzano - terra ad altissima presenza no vax - e che fatica a prender piede anche nel resto d'Italia. E così con le vaccinazioni a rilento e l'inverno alle porte, il ministero della Salute sollecita regioni e province autonome a fare di più. «Va aumentata l'offerta, migliorata la comunicazione e invitata la popolazione soprattutto gli over 80 fragili, alla profilassi».

L'ultima circolare firmata da Francesco Vaia - direttore generale della prevenzione del ministero - chiede agli assessorati competenti di accelerare con i medici di famiglia, i pediatri di libera scelta e le farmacie le procedure per le vaccinazioni che battono fiacca. Nella circolare «si raccomanda, inoltre, di rafforzare le attività di comunicazione e informazione e di rendere possibile ai cittadini la prenotazione della vaccinazione attraverso la piattaforma regionale online. Occorre garantire una maggiore offerta attiva alle persone a rischio di sviluppare forme gravi della malattia». Pierpaolo Bertoli - vicedirettore sanitario Asl - dice che «in Alto Adige non si tratta di aumentare l'offerta o le modalità di accesso, il problema è che la popolazione non percepisce più il rischio collegato al Covid anche se all'ospedale di Bolzano ci sono una trentina di anziani ricoverati con complicazioni polmonari provocate dal virus. La paura è passata ed ha preso piede una decisa stanchezza vaccinale ed una scarsa attenzione al problema».

Ma in Alto Adige stanno funzionando le somministrazioni presso i medici di famiglia e le farmacie? «Certo, anche se non tutti i professionisti hanno aderito alla campagna». Al momento come detto i numeri dei vaccinati sono molto contenuti. Nei centri Asl si registrano più di 4.800 dosi iniettate, altre 1.400 effettuate presso i medici di famiglia e circa 300 dalle farmacie.

Cifre non esaltanti. «L'Azienda soddisfa l'offerta che però, è vero, resta bassa». L'accesso alle prenotazioni è facile? «Assolutamente, online poi ci si può prenotare 24 ore su 24 ma, ripeto, non è questo il problema».

Influenza, il Trentino"doppia" l'Alto Adige.

In Alto Adige ad un mese dall'avvio della campagna si sono vaccinate poco più di 23 mila persone, numeri in linea con lo scorso anno, quando alla fine della campagna erano state in totale 58 mila. In Trentino - invece - sono già 45 mila le persone alle quali è stato somministrato il siero antinfluenzale. La metà rispetto all'obiettivo minimo di 90 mila fissato dall'Azienda sanitaria che aveva lanciato l'iniziativa stagionale, con il forte appello alle persone più fragili - anziani soprattutto - a proteggersi. Lo scorso inverno, l'11% della popolazione totale dell'Alto Adige si era vaccinata e circa il 39% di tutti gli over 65 aveva aderito all'offerta. Percentuale bassa - dice il Servizio Igiene - se confrontata col resto d'Italia che tocca il 56%.













Altre notizie

Lo studio

Bolzano è la regione più «mother friendly» per Save The Children

Dal rapporto si evince che in Italia una lavoratrice su cinque esce dal mercato del lavoro dopo la maternità; il 72,8% delle “convalide” delle dimissioni riguarda le donne; in calo la media dei figli per donna (1,20) e l’età media al parto (32,5 anni) è la più alta d’Europa

Attualità