il caso

Lintner e il veto del Vaticano: «Sfida non solo per me, ma per il vescovo e lo Studio teologico. Ma non farò ricorso»

Il teologo dopo lo stop alla sua nomina a preside del Seminario di Bressanone: «Scelta che solleva dubbi sul buon esito del Sinodo. Non voglio esporre me e l’istituzione a una procedura potenzialmente lunga e snervante»

IL VETO. Nel mirino le sue pubblicazioni sulla morale sessuale



BOLZANO. "La decisione del Vaticano nei miei confronti non ha soltanto suscitato incomprensione, ma anche una forte irritazione in molti credenti. Solleva dubbi sul buon esito della sinodalità. Mi provoca dolore constatare anche come in diverse persone si sia con ciò rafforzato un atteggiamento critico o negativo nei confronti della Chiesa. Chi mi conosce sa bene quanto sia saldo il mio senso di appartenenza alla Chiesa e la mia lealtà costruttivamente critica nei confronti dell'autorità magisteriale". Così, in una lettera, Martin Lintner, professore ordinario di teologia morale e teologia spirituale, dopo che il Vaticano ha rigettato la sua nomina a preside dello Studio Teologico Accademico (Sta) di Bressanone.

"La risposta negativa delle autorità vaticane è una sfida non solo per me, ma anche per il vescovo Ivo Muser e per lo Studio Teologico", aggiunge Lintner, precisando di aver concordato con il prelato la decisione di non presentare ricorso contro la decisione del Vaticano.

"È infatti mio desiderio - precisa l'accademico - non esporre né la mia istituzione accademica né me stesso a una procedura potenzialmente lunga e snervante". "Le reazioni talvolta forti ed emotive da parte delle associazioni teologiche sono espressione della giustificata preoccupazione per la credibilità della teologia come scienza nel contesto delle università e di una società laica. Desidero e spero che il mio caso contribuisca a costruire un rapporto costruttivo di fiducia e di dialogo tra il Magistero e la teologia accademica, tra i dicasteri e le associazioni teologiche, le facoltà e gli studi teologici. Sono convinto che questo atteggiamento sia in linea con lo spirito di sinodalità a cui papa Francesco vuole orientare la Chiesa", conclude Lintner.













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