A Sinigo giovani entusiasti: nuovi “discepoli” del parkour
merano. Si è conclusa ieri l’iniziativa “r’Estate a Sinigo”. Il workshop è stato realizzato nell’ambito del progetto europeo Metamorphosis: Merano è stata l’unica città italiana a prenderne parte,...
merano. Si è conclusa ieri l’iniziativa “r’Estate a Sinigo”. Il workshop è stato realizzato nell’ambito del progetto europeo Metamorphosis: Merano è stata l’unica città italiana a prenderne parte, impegnandosi nel recupero di spazi pubblici urbani. Una delle manifestazioni di Metamorphosis si è svolta nella frazione in collaborazione con l’Ipes (l’Istituto per l’edilizia sociale), il Comune e l’associazione La Strada con il centro giovanile Tilt. Oltre ai coordinatori del centro, Samuel Heuberger Reichert, giovane esperto di parkour (acrobazie fra elementi architettonici urbani e naturali), ha allenato i giovani partecipanti, una quindicina. Ieri, ultimo giorno dell’iniziativa, in un incontro con la stampa la coordinatrice Valentina Vizzi ha rassicurato dicendo di essere consapevole della difficoltà e della potenziale pericolosità di questa disciplina, nata agli inizi degli anni Novanta, ma «i bambini sono stati seguiti e tutelati da tutti noi». I partecipanti sono rimasti tutti molto soddisfatti ed entusiasti. Il laboratorio è stato suddiviso principalmente in due fasi: la prima ha coinvolto la preparazione fisica dei ragazzi, mentre la seconda la configurazione degli allestimenti destinati al parkour. Sono stati i bambini stessi a realizzare questi oggetti (cavalletti per il salto e spot colorati) con dei tranci di legno e di pneumatici delle automobili. Successivamente hanno provveduto a colorarli ed a trasformarli in postazioni per il salto. Il tutto sempre con l’aiuto degli animatori, e in una circostanza dell’assessora Madeleine Rohrer.
«Negli spazi aperti e nei cortili dell’Ipes di Sinigo, un’area che nell’immaginario collettivo è spesso sottovalutata quando non percepita negativamente, gli spot colorati disseminati tra muri, scale e spazi verdi hanno generato un nuovo panorama. Sono punti di orientamento che stimolano un nuovo modo di muoversi, interagire e socializzare e contribuiscono a migliorare la qualità e la percezione di questi spazi», ha ribadito Monica Carmen, del team Metamorphosis. Nessuno dei residenti nei pressi del cortile ha protestato per la novità: si dicono contenti di questo nuovo progetto, soprattutto perché coinvolge i ragazzi e un’area che da tempo era stata trascurata.