lo stabilimento di sinigo 

Albrigo (Cisl): «Solland, è l’ennesima presa in giro»

MERANO. Il futuro della Solland di Sinigo è sempre più inquieto. Dopo il mancato pagamento di quanto aveva promesso da parte dell'imprenditore brasiliano («l'ennesima presa per i fondelli in questa...



MERANO. Il futuro della Solland di Sinigo è sempre più inquieto. Dopo il mancato pagamento di quanto aveva promesso da parte dell'imprenditore brasiliano («l'ennesima presa per i fondelli in questa tragicomica vicenda» dice il sindacalista Maurizio Albrigo della Cisl) le uniche soluzioni possibili sono due: o la chiusura definitiva della fabbrica oppure la definizione della cooperativa per tentare di salvare lo stabilimento. Due soluzioni difficili visto che, è sempre Albrigo che parla, «poi servirebbero svariati milioni per la bonifica, che implicherebbe un investimento improbo. Servirebbero carotaggi fino a sei metri di profondità, lì sotto ci sono scorie chimiche. Se lo si vuole chiudere, l’impianto va smantellato, altrimenti avremo un’autentica cattedrale nel deserto. Entro fine settembre l’azienda di certo sarà o venduta o chiusa definitivamente».

L'ipotesi di una cooperativa era una delle fuoriuscite spuntate nel corso di questa crisi. «Inizialmente eravamo scettici, ma alla fine, contando che parte del denaro necessario all’eventuale smaltimento dell’azienda avrebbe potuto essere dirottato sul suo rilancio in forma di cooperativa, che da Legacoop ci sono stati forniti esempi positivi a livello nazionale partiti da condizioni fac-simile della Solland e che negli anni avremmo potuto rimborsare la Provincia del suo credito di 9 milioni, ci siamo convinti della bontà di quest’idea e abbiamo avviato le necessarie valutazioni tecniche e industriali. Abbiamo tutte le carte per un rilancio concreto su mercati diversi, come quelli dell’elettronica e del solare».

Poi è arrivata la notizia dell'interesse dell'imprenditore brasiliano e tutto s'è bloccato. L'altro giorno l'ennesima doccia fredda. Dal Brasile nessuno ha pagato quanto era stato promesso. Tutto è ancora in alto mare. Nel frattempo la Provincia ha avviato il progressivo spegnimento dell’impianto. A ogni “step”, però, corrisponde un maggiore costo di riattivazione, con la conseguenza che il boccone con il passare del tempo si fa sempre meno appetitoso.(e.d.)













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