Autismo e linguaggio, c’è l’app
Innovazione. Il meranese Nicola Filippi e i suoi colleghi hanno elaborato un dispositivo che facilita la comunicazione Punto fermo, l’eticità del prodotto. Venerdì un dialogo col senatore Davide Faraone, autore di “Con gli occhi di Sara”
Merano. Forse la sua manifestazione più conosciuta è la sindrome di Asperger. Ma dell’autismo esiste uno spettro variegato, che comprende anche forme non verbali. E sono proprio le persone che fanno fatica a esprimersi le destinatarie di Blu(e), un comunicatore nato dalla sinergia tra lo scienziato cognitivo meranese Nicola Filippi, il neuroscienziato Jacopo Romani e Raffaele Ettrapini, psicoterapeuta con dieci anni di esperienza diretta con l’autismo. Venerdì 24 gennaio, alle 20.30 nella sala civica di via Huber, Filippi dialogherà col senatore Davide Faraone, che presenterà il suo libro “Con gli occhi di Sara. Un padre, una figlia e l’autismo”. Introdurrà la serata la senatrice Donatella Conzatti, modererà Roberto Sani.
Affetti e tecnologia.
Il racconto dell’aspetto più intimo di questo disturbo del neurosviluppo è animato dalle concrete possibilità di miglioramento della vita offerte dalla tecnologia. A nobilitare il lavoro di Needius, l’azienda di Filippi, Romani ed Ettrapini, un forte anelito etico, testimoniato anche da una sperimentazione del loro software con immigrati di prima generazione.
Ma com’è nato un progetto tanto ambizioso? «Con Jacopo e con Raffaele abbiamo prototipato il nostro comunicatore diversi anni fa, mettendolo sul mercato nel 2014 – spiega Filippi –. Blu(e) è stato sviliuppato anche grazie alla supervisione scientifca del centro di eccellenza della ricerca sull’autismo OdfLab dell’Università di Trento, diretto dalla professoressa Paola Venuti. Abbiamo contattato tre multinazionali: Samsung ci ha risposto subito e si è mostrata molto interessata, quindi una volta terminato lo sviluppo abbiamo potuto iniziare a distribuire il prodotto».
Punto fermo, l’eticità. «Eravamo convinti che in quanto ausilio medico dovesse essere gratuito per chi ne avesse la necessità. A renderlo possibile, il riconoscimento da parte del Ministero della salute». Così, ora, chi ne avesse bisogno può ricevere il comunicatore Blu(e) con la semplice prescrizione medica. Questo nonostante un investimento iniziale comprensibilmente elevato e la continua necessità di sviluppatori che mettano mano alla piattaforma per implementarla. Il prezzo del comunicatore è uguale per tutti, sia per i privati sia nel pubblico, e per le Asl è cinque volte inferiore rispetto al prezzo dei competitor, tenuto conto che Needius sviluppa e distribuisce il proprio prodotto in Italia.
Come funziona.
Blu(e) è una combinazione di hardware e software usata ad oggi da circa 250 persone tra famiglie, insegnanti e caregiver. Un tablet con un’app, ma non per usi promiscui: «Gli utenti apprezzano che l’abbiamo blindato, che sia uno strumento per la sola Caa, la comunicazione aumentativa alternativa», aggiunge Filippi. Come funzioni non è facile da spiegare: «Abbiamo trasposto in digitale tutto ciò che altrimenti avveniva su carta. Le persone con autismo non verbale solitamente usano un quaderno corredato di adesivi da attaccare e staccare a seconda dei bisogni. Per capire la frase bisogna guardare attentamente questo processo, e se la comunicazione fallisce si genera una forte frustrazione. Noi questo quaderno l’abbiamo digitalizzato, personalizzando le immagini e dando a ognuna un feedback audio che facilita la comprensione». Tra un anno uscirà Blu(e) 3, e nei prossimi mesi alla base di Rovereto se ne aggiungerà una a Merano. A margine, una differenza tra Italia e Germania: «La scuola italiana è tra le più inclusive al mondo, dà insegnanti di sostegno e inserisce gli alunni con autismo in un contesto ampio. In Germania invece ci sono le Sonderschulen, oppure si studia a casa. Stiamo lavorando anche sulla localizzazione in tedesco».