Centro antiviolenza, 100 nuovi casi all’anno 

Al sodalizio nato nel 1993, primo in Alto Adige, si sono rivolte 2580 vittime «La maggioranza degli episodi si verifica dietro la porta di casa»



MERANO. Dal 1993, anno della sua istituzione, 2580 donne si sono rivolte all’associazione “Donne contro la violenza”. Cento nuovi contatti ogni anno. Più dell’80% delle donne racconta che le violenze vengono perpetrate dal partner o dall’ex compagno. Partner che picchia, prende a pugni e a calci, insulta e denigra, perseguita, controlla anche attraverso il pc, il cellulare e l’installazione di software spia. Partner che minaccia di usare delle armi, che minaccia di morte. Spesso davanti ai figli.

È l’estrema sintesi dei dati e delle osservazioni contenute nel bilancio dei 25 anni del centro antiviolenza di Merano, il primo in Alto Adige, sgorgato dalla legge provinciale del 1989. Da allora le socie, su incarico della comunità comprensoriale Burgraviato, sono impegnate a offrire sostegno e informare l’opinione pubblica. Ieri sono state fra le protagoniste della fiaccolata per le strade del centro, organizzata dalla Rete Antiviolenza Città di Merano, istituita per volontà del Comune nel 2012.

«Insinuazioni su comportamenti inadeguati della donna sono all’ordine del giorno – affermano le responsabili dell’associazione - e la gelosia viene usata per impedire i contatti con familiari e conoscenti. Quello che rimane è un rapporto nel quale il maltrattante usa il potere e il controllo per legare la donna a sé».

Il centro antiviolenza - così viene descritto da chi lo gestisce - è un luogo dove tutte le donne possono trovare sostegno, indipendentemente dalla loro provenienza, dalla lingua, dal grado di formazione o dal reddito. Un luogo dove le differenze sono un punto di forza. Anche la nuova veste grafica dell’associazione porta avanti questo messaggio: «Un logo declinato in tre diversi disegni, un volantino in sei lingue (tedesco, italiano, croato-serbo, francese, arabo, inglese) illustrato con una varietà di volti femminili in cui potersi identificare e che dia un messaggio di accoglienza».

«Anche se la violenza sulle donne avviene maggiormente dietro la porta di casa – comunica l’associazione in una nota - non è una questione privata. La violenza è un problema quotidiano che riguarda tutti e tutte e gli autori non sono dei mostri che aspettano nei vicoli bui, ma vivono negli appartamenti accanto e sono seduti di fronte a noi sul treno».

Campagna. L’associazione “Donne contro la violenza” promuove fino al 12 dicembre una campagna di sensibilizzazione rivolta ai meranesi. Si intitola “La violenza sulle donne non si affronta con i pregiudizi. Guardiamo oltre”. Sono nove i manifesti in sei lingue (le medesime del volantino) che invitano a riflettere. Per ognuno di essi un pregiudizio che fa parte della nostra quotidianità e che alimenta il fenomeno della violenza di genere. «Perché ancora oggi ricorriamo agli stereotipi per spiegare le violenze, col rischio di giustificare l’autore e non prendere una posizione chiara contro quello che è un reato. Questo è inaccettabile, perché così facendo si nutre il terreno alla continuazione degli agiti violenti. Quello che pensiamo della violenza sulle donne, come ne parliamo nella quotidianità, nel dibattito pubblico e nei media è determinante per responsabilizzare chi la agisce e per rafforzare chi la subisce. La violenza non è una “questione da donne” e non deve essere più accettata come facente parte della natura maschile». Dal 27 al 29 novembre, l’associazione sarà presente al Mercatino di Natale alla casetta della solidarietà sul Lungopassirio per distribuire i nuovi materiali informativi e per confrontarsi con tutte le persone interessate.(sim)













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