«Filmano dal furgone», allarme sui social 

Un post su Facebook mette in agitazione gli utenti. Ma la ricostruzione della vicenda lo smentisce


di Jimmy Milanese


MERANO. «Attenzione questo furgone sta girando zona Maia Alta con dentro due persone che filmano le vie di sicuro non è Google. Condividete grazie». Questo è il testo del post Facebook in accompagnamento alla fotografia di un furgone con la targa oscurata dall’autore del post che appariva sul profilo pubblico di una donna meranese lo scorso 20 dicembre. In pochi giorni, decine i commenti e, soprattutto, oltre quattrocento le condivisioni da parte di altri utenti, evidentemente preoccupati dalla presenza in città del furgone fotografato.

Merano non è nuova a questo genere di post allarmistici. Già nell'ottobre del 2016 nei pressi di Maia Bassa era stato avvistato un furgone che, secondo gli autori di un altro post Facebook, «si ferma vicino alle scuole, e un uomo dalla pelle scura scende e con una scusa avvicina i ragazzini... Attenzione». Allora le forze dell'ordine vennero allertate, anche se il tam tam in rete era già partito, provocando decine di commenti di altri utenti. Quella volta, alla fine, l'autrice del post raccontò che a vedere il furgone non era stata lei, ma che il presunto fatto era capitato a un’amica dell’amica che glielo aveva poi raccontato. Rapide indagini delle forze dell'ordine stabilirono che non esisteva nessun furgone, e le autrici della leggerezza furono redarguite sulla pericolosità di questo genere di messaggi.

Tornando al post del 20 dicembre, tra i commenti di alcuni contatti della responsabile del procurato allarme c'è chi dice di aver avvistato lo stesso furgone a Sinigo. Intanto l’autrice del post spiegava che «la targa è stata segnalata alle forze dell'ordine». Nei giorni a seguire, diversi i commenti di utenti che segnalavano lo stesso furgone con targa vicentina in diverse zone della città. Insomma, che cosa ci faceva questo furgone a Merano? Le successive indagini hanno fatto scoprire qualcosa che spiega molto sull'utilizzo tossico dei social network, senza considerare che procurare un allarme è considerato un reato, disciplinato dall'art. 658 del codice penale italiano.

Siamo partiti dal furgone che presenta un residuo di insegne della “Termoidraulica dei F.lli Fontana” di Pojana Maggiore, i quali hanno spiegato di avere ceduto il Ducato a una concessionaria di Vicenza il 30 aprile 2018 e di aver ricevuto una richiesta di spiegazioni sulla questione da una donna di Merano e dalle forze dell'ordine. La donna meranese che si è presa la briga di chiamare l'azienda, però, non era l'autrice del post. Quindi, i responsabili dell’azienda, alquanto preoccupati, hanno espresso perplessità sul comportamento del concessionario che, avendo acquistato il mezzo, non si è premurato di eliminare qualsiasi residuo di insegna prima di rimetterlo in circolazione. Per questo motivo e per la piega che ha preso questa storia, i fratelli Fontana hanno fatto sapere che stanno valutando se sporgere querela verso la concessionaria che ha acquistato il loro furgone e l’ha rivenduto in quello stato. Dal canto loro, i responsabili della concessionaria di Vicenza che ha acquistato il Ducato hanno spiegato che il mezzo era stato immediatamente rivenduto a un'altra concessionaria di Bassano del Grappa. Contattata la concessionaria di Bassano, i responsabili hanno detto che il Ducato visto a Merano era stato da loro venduto a un privato cittadino lo scorso giugno. Un cittadino di origini indiane (S.G.) che quel 20 dicembre si trovava effettivamente a Merano alla guida del Ducato, ma non certo per riprendere la città. Semmai, invece, per motivi di lavoro, in quanto distributore di giornali: «Sì, ho fatto qualche foto alla vostra bellissima città, ma spero che questo non abbia creato problemi a qualcuno», chiarisce.

Infine, l’autrice del post ha detto che a vedere il furgone “filmare le strade di Maia Alta” non è stata lei, ma il marito. Alla domanda se, per affermarlo con sicurezza, il marito avesse seguito il furgone, appunto, per le strade di Maia Alta, la donna non ha saputo rispondere, salvo poi togliere il post dal suo profilo, quando ormai il breve testo era già stato letto e condiviso da migliaia di persone.













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