il servizio veterinario 

Franz Hintner: «In uno dei due appartamenti medicinali senza ricetta e animali con l’Hiv»

La situazione era nota da tempo al Servizio veterinario. Nel tempo sarebbero pervenute sempre più lamentele da parte dei vicini di casa per via dei cattivi odori che si propagavano dall’alloggio dove...



La situazione era nota da tempo al Servizio veterinario. Nel tempo sarebbero pervenute sempre più lamentele da parte dei vicini di casa per via dei cattivi odori che si propagavano dall’alloggio dove appena due settimane fa sono stati trovati 26 dei 66 gatti sequestrati. Insieme a queste, le segnalazioni mosse da persone cui la donna avrebbe dato «gatti malati che poi sono anche morti», spiega Franz Hintner, responsabile del Servizio veterinario.

«Poiché la signora in questione non è mai stata trovata nell’appartamento – prosegue Hintner –, non è stato possibile fare controlli senza preavviso. Solo nel corso di una perquisizione domiciliare organizzata dal Pubblico Ministero è stato possibile scoprire tutta la portata del mantenimento scorretto dei gatti».

Il 24 luglio, i veterinari e le forze dell’ordine riescono quindi a perquisire l’appartamento. «Una trentina di gatti in 65 metri quadrati. Alcuni sani, altri emaciati, altri ancora malati: si parla di peritonite e di Hiv felina – prosegue Hintner –. Anche la loro origine era in parte sconosciuta. Alcuni erano timidi e sembravano essere selvatici, altri erano stati accolti in modo dimostrabile per la loro cura durante le vacanze dei proprietari. A portare alla denuncia sono state le condizioni trascurate dell’appartamento in relazione all’enorme quantità di mici. Sembra esserci un caso di “animal hording”, la raccolta di animali che crea dipendenza. C’è anche l’accusa di aver gestito una pensione per animali illegale. Abbiamo trovato siringhe, apparecchi per le trasfusioni, vaccini, insomma una serie di medicinali detenuti senza ricetta e senza autorizzazione, il che significherebbe un abuso di professione». Durante la perquisizione, la donna avrebbe detto che alcuni gatti le erano stati portati da Napoli, altri da masi altoatesini.

«Nel corso della perquisizione nel secondo alloggio, poi – conclude il veterinario – abbiamo trovato altri 40 gatti, oltre a conigli, porcellini d’India, due cani, uccelli ornamentali e perfino uccelli selvatici. Infine, ma non per questo meno importante, va detto che la donna ha messo in pericolo la salute degli animali sani, tenendoli insieme ad altri malati».













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Massimiliano Bona

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