il lutto

Merano, cordoglio per la scomparsa di Giampieretti, 33 anni al comando dei vigili urbani 

È scomparso a 82 anni al Martinsbrunn. In principio dipendente di grandi aziende a Milano, aveva saputo  del concorso a Merano per la guida della polizia municipale. Era andato in pensione nel 2006 con una grande festa



MERANO. All'età di 82 anni è morto Giampiero Giampieretti, per 33 anni comandante dei vigili urbani. È deceduto alla clinica Martinsbrunn dove era ricoverato per i postumi di una malattia. Lascia la moglie Marinella e tre figli: Nicola, Pietro e Lucia che è farmacista a Bolzano e che era stata consigliera comunale. I funerali di Giampieretti si terranno in forma strettamente privata come da espresso desiderio del defunto.

Giunto da Milano.

Giampiero Giampieretti era nato nel 1941 ed era stato dipendente di importanti aziende a Milano dove sono nati due dei suoi figli. Poi, saputo di un bando di concorso per il posto di comandante della polizia urbana di Merano, vi aveva partecipato, vincendolo. «Da allora - ricorda la vedova, signora Marinella - ci siamo trasferiti in riva al Passirio per affrontare la nuova parte di vita, trascorsa in modo felice perché a mio marito, come alla sottoscritta, piaceva molto restare in un ambiente meno caotico di quello in una grande città».

Giampieretti, che era figlio di Carlo il mai dimenticato preside della scuola Negrelli e di Jole insegnante molto apprezzata, nel suo lungo periodo trascorso al comando della polizia municipale meranese, si è sempre distinto per le qualità umane che aveva e per l'attenzione che prestava a tutti coloro che si rivolgevano a lui perché avevano bisogno.

Quella festa per la pensione.

Era andato in pensione all'inizio del 2016. Il 2 febbraio di quell'anno venne organizzata una bella festa in municipio per la fine del suo mandato di capo dei vigili e contestualmente per il suo 65 compleanno. Fu un segno tangibile della stima che Giampieretti si era conquistato alla guida di uno dei servizi comunali più delicati e vicini alla popolazione; parteciparono numerosi vigili, consiglieri comunali e assessori oltre ad amici e cittadini che ne avevano apprezzato il senso di un'amicizia profonda oltre al riconoscimento per un lavoro svolto con attenzione, competenza, sensibilità e discrezione. Forse quel suo apparire pubblicamente solo là dove il suo ruolo lo richiedeva, evitando il protagonismo, è stato uno dei tratti che avevano contraddistinto per ben 33 anni il ruolo del comandante. In quell'occasione di festa erano stati portati molti doni: una bottiglia con l'etichetta raffigurante la sua immagine, un bicchiere di birra gigantesco con inciso il suo nome e la data della ricorrenza; un trio bandistico aveva voluto omaggiarlo con la musica. Tra i regali più graditi, un grande quadro esposto e scoperto proprio dal comandante, raffigurante lui e tutti i vigili che lo avevano accompagnato nell'ultima fase di servizio. Straordinaria la torta con il suo ritratto a fianco dello stemma della città. All’allora sindaco Günther Januth il compito di tessere il discorso di saluto col quale aveva omaggiato la figura di Giampieretti che ha avuto il grande merito di aver creato un gruppo di operatori molto affiatato ed efficiente, cui aveva saputo infondere il senso di responsabilità che contraddistingueva l'operare quotidiano al servizio della popolazione.

Il tennis e la montagna.

«Nel periodo della pensione - ricorda ancora la vedova - Giampiero ha continuato a giocare a tennis, a fare lunghe passeggiate in montagna - amava molto la natura - e a tenere presso l'Urania corsi di lingua spagnola con i suoi allievi che, quando era ammalato, sono venuti spesso a casa nostra per fargli vedere i progressi». La città piange un protagonista del suo sviluppo. «Dobbiamo pagare, per il traffico che abbiamo, un tributo soprattutto al turismo», era solito dire Giampieretti quando gli facevano notare i guai della circolazione cittadina. Che anocra oggi restano irrisolti. E.D.

 













Altre notizie

Attualità