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Merano, scontri tra bande di ragazzi: fermati dieci minorenni 

Dopo la rissa del 29 ottobre, i carabinieri li hanno portati in caserma assieme a un maggiorenne: alcuni verranno denunciati. Il sindaco Dal Medico: «Contro la violenza giovanile non basta solo la repressione, serve altro per dare una svolta»



MERANO. Ha suscitato profondo clamore, in tutta la città, la rissa che sabato pomeriggio 29 ottobre ha visto protagonisti circa quaranta giovani, alcuni provenienti da Bolzano, i quali per un regolamento di conti si sono dati appuntamento nel piazzale della Stazione dei treni. Armati di coltelli, non pochi in assetto da guerriglia con passamontagna in testa, i ragazzi si sono scontrati prima nel piazzale ferroviario, poi di fronte a un supermercato cittadino, quindi lo scontro finale in piazza S. Vigilio, proprio nel parco giochi. Uno di questi, ferito, ha rifiutato il ricovero in ospedale.

Grande lavoro per le forze dell’ordine che immediatamente hanno reagito cercando di limitare il disagio per la città, vista la sproporzione tra le forze in campo.

Almeno in undici sono finiti in caserma per rispondere di quanto successo. I carabinieri hanno fermato dieci minorenni e un maggiorenne e le loro posizioni sono ora al vaglio degli inquirenti per capire le responsabilità di ciascuno nell’episodio in questione. Per alcuni di loro certamente scatterà la denuncia.

Sulla questione prende parola il sindaco di Merano Dario Dal Medico, ovviamente rimasto sconcertato, che torna a chiedere uno sforzo collettivo: «Dobbiamo fare pressione sulle forze dell’ordine. Noi come amministrazione la nostra parte la stiamo facendo con la Polizia locale, con le telecamere, con la connessione delle telecamere alla stazione dei Carabinieri, con gli streetworkers ma di più il Comune non può fare – spiega Dal Medico che continua -. Ribadisco in ogni caso che Merano sta vivendo episodi isolati di disagio e violenza su cose e anche persone. La maggior parte dei cittadini e dei nostri ragazzi non sono quelli che vanno sui giornali per questi episodi. Ciò non toglie che l’attenzione non deve calare, anzi, abbiamo bisogno di inclusione, capire, dare risposte che non siano solo repressione. Serve altro per dare una svolta a questa situazione», conclude il primo cittadino.

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