Neve e lockdown: la città si ferma 

I fiocchi in città. Per diverse ore le operazioni di sgombero della neve non hanno retto il ritmo delle copiose precipitazioni: problemi soprattutto  nelle vie secondarie e sui marciapiedi, ma la viabilità era già ridotta per effetto delle limitazioni imposte dal contenimento del contagio 



Merano. Seconda nevicata dell'anno dopo quella spalmata su più giorni all’inizio del mese. La città s'è svegliata ieri mattina in abito bianco e con l’andare delle ore il manto è cresciuto con rapidità fino a raggiungere i 20-25 centimetri. Verso le 15 i fiocchi hanno cominciato a calare d’intensità ma nel frattempo Merano si era quasi paralizzata. Il sistema di sgombero delle strade e dei marciapiedi ha faticato a tenere il ritmo delle precipitazioni e se le vie a maggiore percorrenza erano tutto sommato transitabili, altrettanto non si può dire per molte vie secondarie e marciapiedi. A parte il fatto che le limitazioni da “zona rossa” aveva già lasciato a casa parecchie persone. Poche le auto in circolazione, a creare i maggiori grattacapi chi si era messo alla guida di vetture senza pneumatici adeguati o catene.

Nevicata copiosa, ma con una differenza decisiva rispetto a quella dei primi di dicembre: la neve farinosa, da quote montane più che da fondovalle. Si è aggrappata ai rami con leggerezza, tanto che i vigili del fuoco cittadini non sono stati sottoposti allo stress di interventi a raffica di poche settimane fa quando diverse piante si erano arrese al peso della coltre gravata dalla pioggia che si era alternata ai fiocchi.

Il piano-neve.

Non sono comunque mancate le proteste. I mezzi spazzaneve sono entrati in azione già al mattino, arrancando tuttavia in varie zone della città sotto il pressing della perturbazione. Il servizio di sgombero dal 2001 è competenza della Municipalizzata che alla reperibilità ha aggiunto un addetto alle fognature con il compito di evitare che le caditoie lungo le strade possano tapparsi. Lo sgombero vero e proprio è esternalizzato: il territorio è suddiviso in una dozzina di zone affidate a più o meno altrettante aziende, cooperative e agricoltori che hanno l’incarico di liberare le strade e i marciapiedi secondo un predefinito piano di priorità. Le arterie principali sono invece affidate ai grandi mezzi della Erdbau. E le vie maggiori hanno “sofferto” di meno, mentre diverse segnalazioni sono giunte da vie secondarie e periferiche, per esempio a Sinigo (via Fermi). Problemi per uscire dalle rampe dei garage in diverse situazioni, dove tuttavia la responsabilità è dei privati fino all’accesso sulla strada. La consistenza della neve ha il suo rovescio della medaglia: se è più leggera e facile da spalare, quando calpestata può creare una patina scivolosa. Tanti marciapiedi, prima del passaggio delle frese, sono risultati impraticabili: ma spesso i privati non hanno dato il loro contributo e a farne le spese sono stati soprattutto i pedoni costretti alle acrobazie.

Nel Burgraviato.

Disagi alla viabilità fra Foresta e Tel, dove si sono verificati incolonnamenti a causa di alcuni mezzi pesanti che si sono messi di traverso. Difficoltà anche sulla MeBo. È andata tutto sommato bene a Moso, dove qualche settimana fa c'erano stati disagi a non finire e frazioni isolate per giorni, ma anche in Val d'Ultimo. «La situazione è assai migliore rispetto all'inizio del mese. La neve stavolta non è pesante, nessuna strada risulta chiusa e l'opera del Servizio Strade della Provincia è stata rapida ed efficace» dice il sindaco di Ultimo Stefan Schwarz.«Anche l'erogazione di corrente elettrica non ha riportato interruzioni». SIM/E.D.













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