Rablà, le liti tra condomini esasperate dalla convivenza

Parcines. In tempi di clausura forzata all’interno delle mura domestiche non sono solo i rumori molesti dai piani superiori e le grida dai cortili a turbare la quiete di chi vive in condominio. A...



Parcines. In tempi di clausura forzata all’interno delle mura domestiche non sono solo i rumori molesti dai piani superiori e le grida dai cortili a turbare la quiete di chi vive in condominio. A Rablà, frazione di Parcines, la convivenza sta mettendo a dura prova i vicini di casa di una donna che da poco ha recintato di propria iniziativa una parte del giardino condominiale, rendendola di fatto inaccessibile a chi volesse curare il verde.

Succede in località Saring, dalla quale un lettore segnala una situazione incresciosa esasperata dalla decisione di una condomina. «Da quando ha comprato un appartamento nel nostro condominio – spiega il lettore, il cui nome teniamo riservato per motivi di privatezza – sono scaturiti parecchi litigi con i vicini condomini, causati dal modo incivile della nuova arrivata che forse pensava di poter agire a suo completo piacimento senza tener minimamente conto degli altri e senza dover rispettare le regole fondamentali di un condominio di 19 appartamenti». L’uomo cita la nazionalità della vicina, diversa da quella italiana: qui le motivazioni delle incomprensioni possono essere le più diverse e andare dalle abitudini differenti alla percezione della donna per gli abitanti del paese (e viceversa). Ad ogni modo, il lettore non si sofferma su eventuali disarmonie culturali.

I dissapori infatti cominciano nel modo più classico, i rumori notturni: «Nell’arco degli ultimi tre anni – prosegue l’uomo – sono scoppiati litigi dovuti soprattutto al rumore notturno che creava e sono seguite proteste, col ricorso all’amministratore del condominio e ai carabinieri del comando di Rablà. Nulla è servito. Addirittura è stato avvisato il Comune per via della recinzione della terrazza, realizzata con sacchi di plastica, teli e bastoni di legno, ma non c'è stato alcun intervento delle autorità. E ora con il coronavirus, quando la vicinanza tra condomini è 24 ore su 24, la signora in questione si è presa il lusso di impedire con alcuni bastoni l’accesso a una zona condominiale in modo che non sia più possibile tagliare l’erba e la siepe e curare i fiori. Avvisati amministratori e carabinieri, nulla è successo. Lei è padrona incontrastata a casa degli altri». Insomma, la proprietà di un appartamento non dovrebbe pregiudicare il quieto vivere del condominio.













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