Sasa, ancora proteste Gli autisti: «Siamo arrivati al limite» 

Un dipendente: turni massacranti e passeggeri maleducati Critiche anche al Comune: «Ci sono fermate fuori norma»


di Jimmy Milanese


MERANO. Si moltiplicano in rete le proteste degli utenti che ogni giorno per raggiungere o lasciare la città sono costretti a servirsi degli autobus del servizio Sasa. «Il bus per Sinigo si è fermato in via delle Corse proprio davanti al bidone dell’immondizia, e non riuscivamo quasi a salire con il passeggino né io né un signore disabile», spiega un’utente, lamentando poi un comportamento poco esemplare dell’autista, che per tutta risposta avrebbe invitato la donna a «spostarsi da sola il bidoncino». Questa è solo una delle molte segnalazioni, alcune delle quali arrivate alla nostra redazione, sul presunto comportamento poco educato da parte di alcuni autisti Sasa che ogni giorno collegano la città alla periferia.

«All’interno della nostra azienda – spiega un autista di lungo corso – con circa cento dipendenti è ovvio che ci siano delle mele marce che non sono in grado di comportarsi in modo educato con gli utenti». Un comportamento che però, spiega l’autista, molto spesso è indotto dal combinato disposto di turni poco confortevoli, imposizioni di tempi di percorrenza impossibili da rispettare e fermate dell’autobus molto complicate da approcciare in modo da favorire la discesa e la salita degli utenti.

«Alcuni autisti sono particolarmente maleducati anche con i colleghi – sottolinea l’intervistato – e spesso si presentano in ritardo al cambio turno, fanno diversi giorni di malattia e sono riluttanti verso i turni spezzati». È proprio il turno spezzato lo spauracchio degli autisti. Per un dipendente Sasa significa iniziare un turno, magari alle cinque del mattino, per poi fare una serie di pause non retribuite che portano a finire la giornata lavorativa nel tardo pomeriggio, quindi senza più tempo per altre attività. Turni spezzati che verrebbero assegnati dalla Sasa in misura maggiore a quegli autisti che ricevono, più di altri, segnalazioni da parte degli utenti.

«Chi lavora in Sasa da anni sa benissimo che di fronte a comportamenti scorretti da parte nostra – spiega l’autista – difficilmente si è soggetti a sanzioni o provvedimenti significativi quali il licenziamento, e questo è un danno per l’intero corpo autisti, che viene facilmente identificato con alcune mele marce».

Ma lo stress dell’autista, racconta chi ha deciso di spiegarci come vanno le cose in Sasa, è in larga parte derivato dall’obbligo di tempi di percorrenza spesso impossibili da mantenere e che inducono i guidatori a diminuire il tempo di sosta alle fermate e correre sempre sul filo del limite di velocità. In particolare, sotto accusa sono le tratte Merano-Sinigo-Postal, cioè quelle che spesso provocano la protesta degli utenti lasciati a terra o che incontrano difficoltà alla discesa o salita sul mezzo.

«Siamo costretti a percorrerla in 40 minuti, che si riducono a 30 nei festivi. Ma con le condizioni del traffico e il tempo per caricare o scaricare l’utenza spesso la tratta diventa impossibile da coprire in quell’arco di tempo», spiega l’autista sentito in merito. E molte volte è proprio la conformazione delle piazzole adibite a fermata dell’autobus a creare ritardi, quindi grattacapi agli autisti e arrabbiature negli utenti. «Ne cito una, ma sono veramente diverse: la fermata alla fine della galleria Ariston – racconta il guidatore Sasa –, posta a pochissimi centimetri da una panchina e una pianta». Se si aggiunge il continuo passaggio di persone sul marciapiede, non è difficile immaginare quali salti mortali debbano fare gli utenti per salire o scendere dal mezzo, oltre al fatto che il tempo previsto per queste procedure va ad incidere sul tempo di percorrenza, già ridotto all’osso». Un altro momento critico, spiegano gli autisti, è la sosta degli autobus da dodici metri a tre uscite/entrate nel tratto inferiore di corso Libertà. Ma anche in via Piave.

Sulla vicenda ieri è intervenuto anche il presidente di Sasa Stefano Pagani: «Rispondiamo sempre a tutte le segnalazioni degli utenti, ma prima facciamo le dovute verifiche, per accertarci della responsabilità dei nostri dipendenti. In caso, assegniamo sanzioni in base a quanto previsto dal contratto collettivo». I “turni spezzati” vengono davvero assegnati come atto sanzionatorio verso gli autisti indisciplinati? «Esiste una turnazione che prescinde dalla persona, anche se cerchiamo di andare incontro a tutte le esigenze dei nostri dipendenti».













Altre notizie

Attualità