Vandali in azione in corso Libertà, giovane identificato
Merano. Sigaretta arrotolata in mano ben mostrato al cellulare che li riprende, tre ragazzi a cavallo della maggiore età l’altra notte si sono resi protagonisti della classica bravata che, ormai è...
Merano. Sigaretta arrotolata in mano ben mostrato al cellulare che li riprende, tre ragazzi a cavallo della maggiore età l’altra notte si sono resi protagonisti della classica bravata che, ormai è regola, finisce spesso nei social network, questa volta come storia di Instagram nel profilo di una ragazza meranese. Niente di eccessivamente grave, se non lo spostamento di un contenitore per l’immondizia poi lasciato nel mezzo di Corso della Libertà, dove il traffico è parzialmente interdetto, ma comunque in posizione pericolosa. Altro segno, questo, seppur lieve, di mancato rispetto da parte di giovani cittadini meranesi - uno dei quali è stato identificato dalla polizia locale - per quella che una volta si chiamava “cosa pubblica”. Ragazzi ripresi da un cellulare e dietro una voce femminile che senza alcun problema decide di commentare compiaciuta la bravata e poi mostrare in rete ai suoi amici questa “impresa” senza senso. Già, perché la domanda spontanea di fronte a questo tipo di azioni vandaliche è sempre la stessa: «Perché, a che scopo spostare un bidone dell’immondizia e abbandonarlo in mezzo a una strada?». Con il rischio di causare problemi a chi transita e, nella migliore delle ipotesi, costringere altre persone a rimetterlo nella sua posizione. Ragazzi che hanno mandato in scena un bel mix di irresponsabilità che parte dagli autori materiali a chi diffonde in rete, oltre al classico del mostrare uno spinello come fosse un trofeo. Una scena già vista e ormai abbastanza diffusa anche in una piccola realtà come la nostra, non abituata al vandalismo e che a questo non si deve abituare. Questa usanza notturna di alcuni giovani del spostare o sradicare piante, gettare bidoni o panchine nel Passirio ha anche un costo per la città che supera le decine di migliaia di euro all’anno.
I sistemi di videosorveglianza, tuttavia, utilizzati dalle forze dell’ordine che monitorano anche i canali social, possono con sempre maggiore frequenza inchiodare gli autori di questi gesti alle loro responsabilità. J.M.
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