L’indagine Astat

Misure anticovid, altoatesini spaccati: bene le mascherine, no alla didattica a distanza

Per il 18% le restrizioni sono difficili da seguire. E il 28% è contrario al vaccino obbligatorio 

LE REAZIONI. L'assessore Widmann: "Giovani sereni sul decorso della malattia? Più cautela"

 



BOLZANO. Altoatesini spaccati a metà sulle misure anticovid prese dalle autorità per combattere la pandemia. E resta un forte scetticismo nei confronti dei vaccini. Sono alcuni dei risultati che emergono dall'indagine campionaria (1475 questionari compilati) svolta nel mese di gennaio 2021 dall’Istituto provinciale di statistica Astat, in collaborazione scientifica con il servizio psicologico dell’ospedale di Bressanone, l’istituto di medicina generale della Claudiana e la Ripartizione provinciale salute. Il questionario è stato predisposto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Quasi la metà della popolazione maggiorenne altoatesina dichiara di avere qualche difficoltà (per il 46% è più difficile che facile) a capire le restrizioni e le raccomandazioni delle autorità per il contenimento della pandemia. Solo il 18% della popolazione invece ritiene che queste restrizioni siano difficili da seguire.

Due altoatesini su tre (64%) ritengono piuttosto improbabile contrarre l’infezione da Sars-cov-2. Circa il 70% dei residenti maggiorenni è convinto che, qualora si ammalasse, il decorso non sarebbe grave. Tale percentuale scende al 43% tra gli over 65enni:un valore ancora significativamente elevato, tenendo conto dei possibili reali effetti della malattia sulla popolazione anziana.

Ad un anno dall’inizio della pandemia il 3,6% delle persone non pensa di sapersi proteggere a sufficienza dall’infezione, ma questo valore probabilmente non riflette una effettiva mancanza di conoscenza delle regole, quanto piuttosto una sorta di fatalismo o pessimismo, ritenendo che nemmeno le precauzioni siano sufficienti. Il 2,7% non ha ancora preso l’abitudine di indossare la mascherina in pubblico. Il 91% arieggia spesso i locali. L’82% si lava spesso le mani, mentre non sembra così facile evitare di toccare occhi, naso, bocca con le mani non lavate (ben uno su quattro proprio non ci riesce). Disinfettare le superfici è naturalmente una pratica meno frequente (due su tre, ovvero il 62%, lo fanno spesso). La rinuncia ai contatti diretti con altre persone riesce difficile ad un altoatesino su quattro (25%).

Sulle decisioni prese dalle autorità per ridurre la diffusione della pandemia, gli altoatesini sono spaccati quasi a metà, con una leggera prevalenza (53%) di quanti le appoggiano, ma soprattutto con la netta tendenza a porsi a metà dello spettro delle risposte possibili (il 51% è di fatto indeciso). L’indecisione sul giudizio complessivo deriva però anche dalla molteplicità delle misure messe in campo. Alcune misure infatti incontrano un appoggio convinto: mascherine obbligatorie, distanziamento, obbligo di isolamento per persone positive e smart-working.Altre misure non sono ben accettate: la chiusura dei confini comunali, le limitazioni all’attività fisica individuale e la totale rinuncia alle lezioni in presenza.

Giudizi "a metà strada" per chiusura bar, ristoranti ealberghi, chiusura delle regioni, limitazioni allo sport di squadra, divieto d’incontrare amici e parenti e la didattica a distanza.

Capitolo vaccini. Un altoatesino su sei pensa più male che bene dell’efficacia dei vaccini antiCovid e ancora più alta (28%) è l’opposizione all’obbligo di vaccini, soprattutto tra la popolazione di madrelingua tedesca (31%).  Più favorevole al vaccino chi ha malattie croniche, gli anziani e chi ha paura della malattia. Contrario chi ha idee complottiste e chi dichiara di aver avuto un recente peggioramento della propria situazione economica. 













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