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Neutralità climatica, gli scenari per l’Alto Adige: «Necessarie misure aggiuntive»

Con le misure attuali, per la ricerca Eurac, si otterrà una riduzione delle emissioni di combustibili fossili del 30%. L’obbiettivo internazionale è almeno del 45%. L’impatto di trasporti e allevamento



BOLZANO. «Continuando ad applicare le misure già in atto o implementando quelle di nuova adozione in Alto Adige si può ottenere una riduzione del 30 per cento delle emissioni di anidride carbonica da combustibili fossili entro il 2030 rispetto ai valori del 2010. Ne risulta che per raggiungere l'obiettivo fissato dalla comunità internazionale alla Cop26 di Glasgow, cioè una riduzione il almeno il 45 per cento delle emissioni, non è sufficiente continuare sulla strada intrapresa; sono necessarie misure aggiuntive».

Ad affermarlo è il risultato di uno studio tecnico sul raggiungimento della neutralità climatica commissionato nell'autunno del 2021 dalla Provincia di Bolzano ad Eurac Research.

Un team interdisciplinare del centro di ricerca bolzanino ha analizzato i settori dei trasporti, dell'edilizia, dell'energia e dell'agricoltura e il loro inquadramento giuridico. I risultati, presentati in un documento di 180 pagine, sono liberamente accessibili e forniscono dati e scenari dettagliati che possono servire come base di discussione per la politica climatica dell'Alto Adige.

«La maggiore fonte di emissioni di Co2 in Alto Adige – spiega l'Eurac – è da ricondurre ai trasporti: oltre il 50 per cento delle emissioni da fonti energetiche fossili è prodotto da questo settore, in primo luogo dalle auto private. Un altro elemento centrale è accelerare il passaggio alla mobilità elettrica».

E proprio l'elettricità, secondo la ricerca, avrà un ruolo sempre più importante, non solo nel settore dei trasporti, ma anche in quello del riscaldamento e a livello industriale.

Lo studio quantifica la crescente domanda di energia elettrica e calcola la necessaria espansione delle energie rinnovabili. Nel capitolo dedicato all'agricoltura vengono calcolate le emissioni dirette delle attività agricole in Alto Adige e delle relative attività svolte a monte e a valle.

«Il metano e il protossido di azoto provenienti dagli allevamenti – riferisce lo studio – rappresentano la quota maggiore delle emissioni». Le soluzioni, secondo lo studio, sono una conversione a medio termine a colture vegetali nei luoghi climaticamente favorevoli e un'estensione dell'allevamento in alta quota. Inoltre, diverse misure tecniche e l'espansione dell'agricoltura biologica contribuirebbero a questa riduzione.

Lo studio tecnico di Eurac Research dimostra che la transizione energetica può offrire opportunità anche per l'Alto Adige. Per esempio, il risanamento energetico del patrimonio edilizio, oltre a ridurre le emissioni, produce un ritorno per l'economia e l'occupazione locali.













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