Il perito: «Maria venne strangolata da dietro» 

Brunico. Patrick pescollderungg, il 34 enne ora agli arresti domiciliari per l’omicidio di maria magdalena oberhollenzer (uccisa il 27 dicembre scorso nella sua abitazione di san giorgio di brunico)...



Brunico. Patrick pescollderungg, il 34 enne ora agli arresti domiciliari per l’omicidio di maria magdalena oberhollenzer (uccisa il 27 dicembre scorso nella sua abitazione di san giorgio di brunico) non ha detto tutta la verità sulla tragedia. anzi, secondo i risultati dei rilievi medico legali l’uomo avrebbe raccontato qualche bugia di troppo. un “lusso” che non può certo permettersi chi si trova sotto inchiesta con l’accusa di omicidio volontario e vuole dimostrare di essere rimasto coinvolto, suo malgrado, in un incidente. la discrepanza rilevante emersa nella ricostruzione della tragedia di san giorgio riguarda gli ultimi istanti di vita della vittima. come noto patrick pescollderungg, accusato di omicidio volontario, si è sempre difeso affermando che la donna sarebbe morta tra le sue mani per una tragica fatalità, legata ad una pratica erotica pericolosa finita in tragedia in pochi istanti. in sostanza l’indagato ha sempre sostenuto di aver stretto il collo della vittima usando la cintura dell’accappatoio per provocare un principio di asfissia che avrebbe dovuto aumentare il momento del piacere sessuale. è evidente che si tratti di una pratica estrema molto pericolosa perché qualche secondo di troppo di asfissia può essere fatale, esattamente come accaduto. pescollderung ha però sempre sostenuto di aver avuto la vittima di fronte mentre in realtà gli accertamenti medico legali hanno stabilito che la donna sarebbe stata strangolata da dietro. una situazione che avrebbe reso ancora più difficile il controllo degli attimi decisivi in quanto l’indagato non avrebbe mai avuto la possibilità di vedere il viso della vittima. non è chiaro, almeno sino a questo momento, per quale motivo l’uomo sotto accusa abbia raccontato una bugia dato che ha sempre detto di voler collaborare con gli inquirenti proprio per dimostrare che si trattò di una disgrazia. c’è anche un secondo punto dell’inchiesta che potrebbe mettere seriamente in discussione la ricostruzione di patrick pescollderungg. l’autopsia su maria magdalena oberhollenzer ha infatti evidenziato che la donna, al momento della tragedia, era completamente ubriaca. nel sangue della vittima sono stati infatti riscontrati 3,7 grammi di alcol per litro di sangue. una condizione al limite del coma etilico anche per una alcolista qual era la vittima. in un contesto simile - secondo il sostituto procuratore andrea sacchetti che conduce l’inchiesta - è molto difficile credere che la vittima sia stata in grado di dare il proprio consenso ad una pratica erotica così rischiosa. anche perché gli effetti amplificati sulle sensazioni di godimento avrebbero dovuto riguardare proprio la vittima che in realtà avrebbe avuto difficoltà anche a stare in piedi. MA.BE.













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