Le campionesse

Nadia e Nicol Delago, lo sci è un tesoro di famiglia 

Dalle prime discese al bronzo olimpico. Sempre sostenute da papà Norbert e mamma Carmen, le due sorelle Delago hanno bruciato le tappe fino a imporsi sulle ribalte internazionali, superando difficoltà (l’infortunio di Nicol) e celebrando grandi momenti


Stefano Zanotti


SELVA GARDENA. Dalle prime discese all’età di 3 anni al bronzo olimpico nella discesa libera di Pechino 2022. Nadia Delago è stata una delle protagoniste azzurre ai recenti Giochi esaltando la passione per lo sport che caratterizza la sua famiglia e che le hanno fatto conquistare un posto nel cuore della gente.

Se la sorella Nicol prima e ora Nadia devono a qualcuno la possibilità di aver potuto perseguire i loro sogni nello sport, quelli sono i genitori Carmen e Norbert, che con amore, passione e non pochi sacrifici, sono sempre stati accanto alle figlie, nei momenti più belli e soprattutto nei periodi di difficoltà, come durante il lungo anno di calvario vissuto da Nicol (anche lei nella nazionale di sci alpino e con tre podi in Coppa del Mondo nel palmares) a seguito della rottura del tendine d’Achille il 1° dicembre 2020 in allenamento oppure durante l’anno della maturità di Nadia, fitto di impegni agonistici e scolastici. Questi aspetti sono stati ricordati con una toccante lettera letta da Nicol in occasione della festa per Nadia.

La forza dei genitori. Mamma Carmen Planker, sorella di maestri di sci e allenatori, impiegata al Consorzio Gardena del Dolomiti Superski, racconta che “non è sempre stato tutto facile. I sacrifici non sono mancati, dalle levatacce per andare a fare le gare agli allenamenti sui ghiacciai alle rinunce, come uscire la sera con le amiche. Certi periodi sono stati più facili, altri più complicati da vivere. Norbert e io abbiamo sempre lavorato, dunque le nostre figlie sono diventate presto autonome. E tutto è sempre stato fatto con passione e divertimento e forse è proprio questa la ricetta che contraddistingue Nadia e Nicol”.

Papà Norbert Delago, fratello di Oskar e Karla, atleti della nazionale azzurra di sci alpino negli anni ‘80, è a sua volta maestro di sci, allenatore, istruttore di mountain bike. È fondamentale nell’assistenza tecnica alle figlie, di cui è stato anche il preparatore degli sci fino al loro ingresso nella squadra nazionale.

“Un piccolo segreto? - rivela - Averle fatte partecipare, a differenza della maggior parte dei genitori, a poche gare durante la stagione agonistica nei primi anni di attività, dicendo loro: provate a fare le sciatrici, se non vi piace potete sempre optare per altre scelte. Insomma, sciare senza pressione”.

Caratteri da campionesse. La determinazione che contraddistingue Nadia e Nicol è stata evidentemente ereditata dal padre, e dalla madre, che con i nonni materni e paterni sono i primi tifosi delle giovani campionesse. “Nadia – continuano i genitori - è più spensierata e a volte leggera nelle decisioni da prendere, ma è capace di tirale fuori il meglio nei momenti importanti. Nicol è più determinata e riflessiva: per raggiungere certi obiettivi insiste di più, spesso a ragione. I pregi maggiori di entrambe sono prendere la vita e la carriera sportiva con il sorriso ed essere molto, molto unite, così come si è visto in mondovisione”.

Momenti olimpici. A Pechino per Nicol è stata la seconda esperienza dopo Pyeongchang 2018. “In quattro anni – dice - è successo di tutto, dai tre podi in Coppa del Mondo al grave infortunio del 2020, dal quale ho imparato molto, capendo l’importanza di godersi i momenti belli e positivi. A Pechino è stata impressionante l’organizzazione con tutte le misure anti Covid, i test, la vita quotidiana dentro la bolla...”.

Nadia ha vissuto con spensieratezza l’esperienza a Pechino. “Durante le prove - ricorda - nonostante la neve mi piacesse, non sono andata molto bene. Nella seconda ho saltato addirittura una porta: cosa non favorevole prima di una gara. L’ultima notte ho dormito benissimo, senza particolari pensieri. Poi sveglia alle 5.50, ricca colazione, trasferimento in zona partenza e attesa anche causa il rinvio di 30 minuti della partenza. Una volta partita, alla terza porta sono arrivata un po’ bassa e a quella successiva ero leggermente fuori linea, da lì in poi mi sono detta: Se vuoi fare ancora una bella gara non devi più sbagliare e devi cercare di far correre gli sci il più possibile. E così, per fortuna, è stato, ma in ogni caso non avrei mai osato pensare di arrivare a medaglia”.

Poi c’è stato l’abbraccio tra le due sorelle: Nadia appena arrivata, Nicol che la stava attendendo, una delle immagini più belle e significative delle recenti Olimpiadi.

Qualche curiosità. Nadia ama muoversi nella natura, stare con amiche e amici, giocare a carte e cucinare. Il tempo libero lo trascorre spesso con i nonni materni e a passeggiare con Mika, il cane di casa. A tavola ama gli gnocchi della nonna materna, “grosti y craut” della nonna paterna, le lasagne di spinaci della mamma e la pizza.

Cosa farà da grande? Nadia alla fine della scuola media era indecisa se diventare cuoca oppure continuare con lo sci.

Una dedica della medaglia: “Senza fare nomi, a tutti coloro che mi hanno aiutato e supportato a raggiungere questo traguardo da quando a tre anni ho messo per la prima volta gli sci fino alla discesa libera di Pechino”.

L’infortunio. “Era il 1° dicembre 2020 quando in allenamento, con scarsa visibilità in una compressione, senza cadere ho sentito che qualcosa si era strappato”.

Nicol torna a quei momenti: “Non faceva particolarmente male, quindi mi immaginavo di dover star ferma poche settimane. Avrei avuto il tempo per prepararmi per i Mondiali di Cortina. Invece quando il dottor Demetz mi ha comunicato la diagnosi, la rottura del tendine d’Achille e lo stop forzato di sei mesi, all’inizio mi sembrava mi fosse caduto il mondo addosso. Poi, in realtà ogni giorno mi prefissavo piccoli obiettivi che mi davano la forza e l’energia positiva per continuare. Ovviamente la vicinanza e il calore della famiglia sono stati determinanti per superare il periodo più difficile della mia carriera. Ora con pazienza, determinata cerco di tornare ai livelli pre-infortunio”.

Obiettivi in vista. Le sorelle Delago vogliono continuare a sciare e divertirsi, vogliono restare unite come sono sempre state. La medaglia olimpica dà lo slancio e regala un ulteriore entusiasmo per costruire brillanti carriere e per realizzare, insieme alle altre azzurre, un futuro che potrebbe vedere l'Italia recitare un ruolo di protagonista nelle prove veloci. Tornando a sognare in grande fra quattro anni, davanti al pubblico di casa.













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